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Le foto più influenti di sempre

Lewis Hine, uno dei primi fotografi a utilizzare la fotografia come strumento di denuncia sociale, fu assunto dal Comitato nazionale sul lavoro minorile con l’incarico di visitare fabbriche e fattorie dal Massachusetts al South Carolina e raccontare lo sfruttamento di quasi due milioni di bambini che lavoravano nei macelli, nei cotonifici, nelle miniere di carbone. La foto, scattata nel 1908, mostra Sadie Pfeiffer, una bambina di otto anni, piccolissima e alta solo un metro e venti, che lavorava in un cotonificio a Lancaster, in South Carolina. Le fotografie di Hine contribuirono a sensibilizzare l’opinione pubblica e furono da stimolo alle leggi che negli anni Venti regolamentarono il lavoro minorile.
(Library of Congress)

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Le foto più influenti di sempre

La celebre fotografia del mostro di Loch Ness pubblicata sulla prima pagina del Daily Mail il 21 aprile 1934. Era stata scattata giorni prima dal ginecologo Robert Kenneth Wilson e diede il via alla leggenda del mostro di Loch Ness. Negli anni Ottanta si ricostruì che l'immagine mostrava un sottomarino giocattolo a cui era stata attaccata una sagoma a forma di testa di serpente. Il marchingegno era stato costruito da Christian Spurling, un amico di Wilson che era anche il genero di Marmaduke Wetherell, un cacciatore che alcuni mesi prima aveva detto di aver trovato delle impronte del leggendario mostro, ma che era stato subito smentito dal Daily Mail. La fotografia più famosa del mostro di Loch Ness – che probabilmente fu scattata dal figlio di Wetherell – è quindi nata in qualche modo per vendicarsi del Daily Mail. Tutta la storia e altre foto le trovate qui.

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Le foto più influenti di sempre

Migrant Mother, Nipomo, San Luis Obispo County, California, 1936. È una delle fotografie più famose di Dorothea Lange, e diventata il simbolo della fame, della povertà e della Grande depressione nelle campagne americane degli anni Trenta. La donna ritratta si chiama Florence Owens Thompson, aveva 32 anni, e Lange la fotografò più volte insieme ai suoi sette figli tra febbraio e marzo nel 1936.
Nel 1960 Lange raccontò:
«Vidi quella madre affamata e disperata e mi avvicinai, come attratta da un magnete. Non ricordo come le spiegai perché ero lì e che ci facevo con la macchina fotografica, ma ricordo che non mi fece domande. Feci cinque scatti, avvicinandomi sempre di più nella stessa direzione. Non le chiesi come si chiamava, né qual era la sua storia. Lei mi disse la sua età, aveva 32 anni. Mi raccontò che vivevano mangiando verdura gelida dai campi vicini, e uccelli catturati dai bambini. Aveva appena venduto le gomme dell’auto per comprarsi il cibo. Se ne stava seduta con i suoi figli accovacciati attorno a lei, e sembrava consapevole che la mia fotografia l’avrebbe potuta aiutare, e per questo lei aiutò me. Ci fu una sorta di equo scambio».
(Dorothea Lange/Library of Congress)


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Il dirigibile Hindenburg, che il 3 maggio del 1937 esplose in una gigantesca palla di fuoco a Lakehurst, nel New Jersey (Stati Uniti), dopo aver sorvolato l’Atlantico partendo da Francoforte: morirono 36 persone. Era stato inaugurato 14 mesi prima e nel tempo era diventato “il dirigibile”; la sua storia ha ispirato film e racconti ed è stata ripresa sulla copertina di Led Zeppelin, il disco di esordio dei Led Zeppelin del 1969. La foto fu scattata da Sam Shere dell’International News Photos e finì sulle prime pagine dei giornali e delle riviste di tutto il mondo, tra cui LIFE. Trovate altre foto qui.
(Sam Shere/Getty Images)

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Le foto più influenti di sempre

Gordon Parks è uno dei più importanti fotografi del Novecento: 15esimo figlio di una famiglia povera del Kansas fu il primo fotografo nero della rivista LIFE. Nel 1942 si trasferì a Washington DC, dove per la prima volta visse di persona il razzismo dei bianchi e decise di documentare la vita della comunità nera della città. Tra loro c’è anche Ella Watson, che lavorava nell’edificio della Farm Security Administration, un ente governativo che si occupava di ridurre la povertà nelle zone colpite dalla crisi e dalla Grande depressione degli anni Trenta. La ritrasse in questa foto intitolata “American Gothic”, un’evidente parodia del famoso quadro di Grant Wood del 1930, per denunciare la disuguaglianza di trattamento dei neri; presto divenne una delle foto simbolo della lotta per i diritti civili.
(Library of Congress)

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Le foto più influenti di sempre

"Soldier taking cover at Omaha Beach on D-Day", scattata da Robert Capa il 6 giugno del 1944, è una delle foto più celebri sullo sbarco in Normandia. Capa fu infatti l’unico fotografo a testimoniare l’operazione, insieme a 34.250 soldati. Quello ritratto è Huston Riley, di 22 anni: il suo paracadute fu danneggiato dai tedeschi, sprofondò in acqua fino a non riuscire più a respirare e quando riemerse divenne un facile bersaglio per i tedeschi: fu colpito più volte e ci mise mezz’ora per raggiungere la spiaggia. Capa rimase a fotografare lo sbarco per un’ora e mezza, mentre tutto intorno a lui i soldati continuavano a morire. Un corriere trasportò poi i suoi quattro rullini alla sede londinese di LIFE, che pubblicò il servizio sul numero del 19 giugno.
(GABRIEL BOUYS/AFP/Getty Images)

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Le foto più influenti di sempre

È una delle foto di guerra più famose di sempre: fu scattata il 23 febbraio 1945 da Joe Rosenthal, un fotografo di Associated Press che quel giorno si trovava sul monte Suribachi, sull’isola giapponese di Iwo Jima. Rosenthal fotografò sei soldati dell’esercito americano mentre issavano una bandiera degli Stati Uniti sulla cima del colle; la foto diventò rapidamente un simbolo della Seconda guerra mondiale, e successivamente una delle immagini più celebri di tutto il Novecento. La storia della foto però è più complicata di così, come potete leggere qui.
(AP Photo/Joe Rosenthal)

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La foto di un soldato sovietico che sventola la bandiera comunista sul Reichstag – la sede del parlamento tedesco e il luogo dell’ultima disperata difesa dei soldati nazisti di fronte all’avanzata dei sovietici – fu scattata nelle prime ore del mattino del 2 maggio 1945 dal tenente Yevgeny Khaldei, un giornalista dell’Armata Rossa. È considerata una delle foto più simboliche della fine della Seconda guerra mondiale: ne abbiamo raccontato la storia qui.
(Yevgeny Khaldei/Getty Images)

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È forse la fotografia più famosa nel raccontare la fine della Seconda guerra mondiale e i festeggiamenti che se ne fecero a Times Square, a New York. Fu scattata il 14 agosto del 1945 da Alfred Eisenstaedt e pubblicata sulla rivista LIFE.
(GABRIEL BOUYS/AFP/Getty Images)

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“Guerrillero heroico” è probabilmente la foto più famosa di Che Guevara, stampata su poster e magliette di tutto il mondo. Fu scattata il 5 marzo del 1960 dal fotografo cubano Alberto Korda che lavorava per il quotidiano Revolución al funerale dei marinai e dei civili morti nell’esplosione di una nave nel porto di Cuba, avvenuta il giorno prima. Korda fece due foto a Che Guevara che nel discorso funebre accusò gli Stati Uniti di aver fatto saltare in aria la nave, ma nessuna venne pubblicata. L’immagine divenne poi famosa dopo la morte di Che Guevara, considerato un martire rivoluzionario e che in questa foto ha uno sguardo particolarmente eroico e ispirato.
(Alberto Korda)

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Le foto più influenti di sempre

Il monaco buddhista Thich Quang Duc si dà fuoco in una piazza di Saigon, in Vietnam, per protestare contro il regime cattolico estremista di Ngô Đình Diệm, 11 giugno 1963. Malcolm Browne, un giornalista di Associated Press, fu l’unico che riuscì a fotografare l’evento grazie a una segnalazione ricevuta la sera prima: ne venne fuori un servizio che fu pubblicate dai giornali di tutto il mondo e pare contribuì ad accelerare la caduta del regime di Diệm. Di questa foto Browne, che all'epoca aveva 30 anni, raccontò che «Ero a circa sei metri da lui: lo vidi chiaramente accendere un fiammifero, e con un movimento leggero appoggiarlo contro la sua tunica, all'altezza della pancia». Qui c'è la storia di Quang Duc e delle fotografie scattate da Browne.
(AP Photo/Malcolm Browne)

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Il fermo immagine 313 tratto dal filmato a colori e senza sonoro di Abraham Zapruder che mostra il momento dell'uccisione del presidente degli Stati Uniti John Fitzgerald Kennedy a Dallas, il 22 novembre del 1963. Zapruder era un sarto ebreo 58enne di origine russa che aveva filmare il passaggio del corteo del presidente durante la sua pausa pranzo. Sono solo 26 secondi che Zapruder consegnò a due persone: l’agente del Secret Service – che si occupa della protezione dei presidenti – Forrest Sorrels, che lo richiese per le indagini, e Richard Stolley di Life, a cui Zapruder lo vendette per 150 mila dollari con la promessa che non sarebbe mai stato pubblicato il fotogramma 313, quello che mostra appunto il colpo mortale. Per oltre dieci anni, Life pubblicò singole immagini tratte dal video, che venne trasmesso integralmente solo nel marzo del 1975, in una trasmissione televisiva di seconda serata. Il filmato intero si può vedere qui.
(Abraham Zapruder)

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«Mi consideravo un giornalista serio e non volevo raccontare una storia di rock & roll”, raccontò poi il fotografo scozzese Harry Benson, che stava per andare in Africa prima di ricevere l’incarico di seguire i Beatles nel loro tour di Parigi. Dopo averli sentiti suonare però si convinse che «era quella la storia giusta». Questa fotografia venne scattata nell’hotel Giorgio V a Parigi, nel 1964, il giorno prima che il gruppo scoprisse che “I Want to Hold Your Hand” era arrivata al primo posto della classifica americana. Per tutto il mese successivo Benson seguì il gruppo a New York e raccontò la Beatlesmania negli Stati Uniti; la loro collaborazione continuò per molti anni ancora.
(AP Photo/Tim Roske)

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La foto di embrione di 18 settimane pubblicata in copertina da LIFE sul numero del 30 aprile 1965, scattata dal giornalista e fotografo svedese Lennart Nilsson e tratta dal libro A Child Is Born. All’interno la rivista aveva pubblicato altre 15 foto. Il numero vendette 8 milioni di copie e andò esaurito in quattro giorni: era la prima volta che veniva mostrato come appariva un feto e l’immagine contribuì a far parlare dell’aborto. Si tratta inoltre di un feto abortito per “ragioni mediche” e l’immagine venne scattata quindi fuori dall’utero della madre in un ospedale a Stoccolma.
(Lennart Nilsson/LIFE Magazine)

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L'allora presidente della Cina Mao Zedong nuota nel fiume Yangtze, a Wuhan, 16 luglio 1966. Aveva 72 anni e per dimostrare che era in ottima salute si fece fotografare mentre nuotava – stando alla stampa di propaganda cinese – 15 chilometri in 65 minuti.
(AP Photo)

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Una delle foto più emblematiche della guerra in Vietnam: il generale sudvietnamita Nguyen Ngoc Loan, capo della polizia nazionale, spara alla testa a un prigioniero ammanettato, Nguyen Van Lem, sospettato di essere un vietcong, in strada a Saigon, 1 febbraio 1968.
(AP Photo/Eddie Adams)

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"Earthrise", scattata dall'astronauta della NASA William Anders della missione Apollo 8: mostra l'alba della Terra vista dalla Luna e scattata la vigilia di Natale del 1968. Anni dopo la NASA ha pubblicato anche un video di quel giorno, sul Post ne abbiamo scritto qui.
(William Anders/NASA)

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Edwin Aldrin, il pilota della missione Apollo 11, fotografato durante la prima passeggiata sulla Luna dal comandante Neil Armstrong, il 20 luglio 1969.
(Neil Armstrong/ NASA/AFP/Getty Images)

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È forse l’immagine più famosa della guerra in Vietnam: fu scattata dal fotografo di Associated Press Nick Ut l’8 giugno 1972 e mostra Kim Phúc, una bambina nordvietnamita di 9 anni che stava scappando nuda e in lacrime dopo un attacco al napalm delle forze sudvientamite a Trang Bang, un villaggio vicino Saigon. L’anno successivo Ut vinse per questa foto il premio Pulitzer per la fotografia. Qui è raccontata la storia del bombardamento e della vita di Phúc, che sopravvisse ma dovette sottoporsi a molte cure.
(AP Photo/Nick Ut)

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Un terrorista di Settembre nero, un movimento armato che per l'indipendenza della Palestina, affacciato dal balcone della palazzina della squadra Olimpica israeliana durante i Giochi di Monaco, 5 settembre 1972. I terroristi sequestrarono per ore nove atleti e ne uccisero due: la storia è raccontata per intero qui. La foto fu scattata da Kurt Strumpf, un giornalista di Associated Press.
(AP Photo/Kurt Strumpf, File)

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L’allora presidente del Cile Salvador Allende, il primo marxista democraticamente eletto al mondo, viene scortato dalle guardie presidenziali fuori dal palazzo presidenziale la Moneda, a Santiago del Cile, durante il colpo di stato militare del generale Augusto Pinochet, 11 settembre 1973. Allende tenne un ultimo discorso, poi si suicidò. La foto fu scattata dal suo fotografo ufficiale Luis Orlando Lagos: venne pubblicata anonima per ragioni di sicurezza e in quell’anno vinse il World Press Photo, il più importante premio di fotogiornalismo al mondo. L’identità del fotografo venne rivelata soltanto dopo la sua morte, nel 2007.
(Luis Orlando Lagos Vázquez/Keystone/Getty Images)

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Il fotografo sudafricano Sam Nzima nel 2011 insieme alla sua fotografia più famosa scattata durante la rivolta di Soweto, a Johannesburg, contro l'apartheid il 16 giugno del 1976: mostra il 13enne Hector Pieterson ferito da un poliziotto bianco e portato in braccio da Mbuyisa Makhubo; la ragazza è la sorella che aveva riconosciuto Pieterson dalle scarpe. Non si conosce anche il numero delle persone che morì durante la rivolta, qualcuno parla addirittura di 200. La foto fece il giro del mondo, contribuendo a far conoscere e far parlare dell'apartheid.
(AP Photo/Denis Farrell, File)

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L'immagine simbolo delle proteste e della repressione dell'esercito cinese in Piazza Tienanmen, a Pechino, nella versione scattata dal fotografo di Associated Press Jeff Widener. Della scena esistono filmati e altre quattro fotografie: quella di Stuart Franklin per Magnum, di Charlie Cole di Newsweek, che gli fece vincere il World Press Photo, di Arthur Tsang Hin Wah di Reuters e di Terril Jones di Associated Press, che la diffuse in occasione del ventesimo anniversario della strage.
Nell'immagine, un ragazzo resta fermo immobile davanti ai carri armati che nella notte precedente avevano ucciso e disperso i manifestanti in Piazza Tienanmen. La foto venne scattata il 5 giugno del 1989, 25 anni fa, sul Cangan Boulevard, a Pechino. L'identità dell'uomo è tuttora sconosciuta, e viene comunemente soprannominato tank man o unknown rebel. Non si sa neanche che fine abbia fatto: un assistente di Ronald Reagan disse che fu giustiziato 14 giorni dopo, altre fonti che venne fucilato in piazza, altre che sia sopravvissuto.
(AP Photo/Jeff Widener)

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Nel 1995 Hubble, il telescopio spaziale in orbita intorno alla Terra, fotografò tre enormi colonne formate da gas interstellare e polveri visibili all’interno della Nebulosa Aquila, a 7000 anni luce da noi (circa 66 milioni di miliardi di chilometri). Quell’immagine – che fu chiamata "Pilastri della Creazione" – permise di scoprire molte cose sui processi che portano alla formazione delle stelle, tanto da essere considerata una delle migliori immagini mai scattate da Hubble
(NASA, ESA/Hubble - Hubble Heritage Team)

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Le foto più influenti di sempre

La prima fotografia realizzata con il cellulare: fu fatta da Philippe Kahn l’11 giugno del 1997 a Santa Cruz, in California, e mostra la figlia Sophie appena nata, nel reparto di maternità. Khan era uno sviluppatore informatico e scattò la foto collegando una macchina fotografica digitale al suo cellulare, così da poterla inviare subito a parenti e amici.
(Philip Kahn / Creative Commons)

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“Falling Man”, l’uomo che cade, una delle fotografie più d’impatto degli attentati terroristici alle Torri Gemelle dell’11 settembre 2001. Fu scattata ad Richard Drew, un fotografo dell’agenzia Associated Press che aveva raccontato altri momenti storici durante la sua carriera: a 21 anni per esempio fotografò Robert Kennedy nel momento in cui venne ucciso a Los Angeles, nel 1968. La storia della foto è qui, insieme ad altre immagini scattate quel giorno da Drew.

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La fotografia, intitolata Hooded Man (“l’uomo incappucciato”) è diventata il simbolo delle torture e degli abusi subiti dai prigionieri iracheni nel carcere di Abu Ghraib, vicino a Baghdad, da parte dell’esercito statunitense, nel 2003. Le immagini, migliaia, vennero scattate dagli stessi soldati e carcerieri: questa per esempio è di Ivan Frederick, che prese parte alle torture. Nello specifico, questa immagine è un fermo immagine di un video andato in onda il 28 aprile del 2004 su 60 minutes, un programma d’inchiesta della rete televisiva americana CBS, che mostrò le immagini per la prima volta. La storia si può rileggere qui.
(AP Photo/Courtesy of The New Yorker)

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Il fotografo di Getty Images Chris Hondros scattò questa foto il 18 gennaio del 2005: mostra Samar Hassan, una bambina irachena subito dopo che i suoi genitori erano stati uccisi da un gruppo di soldati statunitensi nella città irachena di Tall ‘Afar. La famiglia stava viaggiando in macchina, i soldati avevano ordinato di fermarsi, ma i genitori non lo fecero; i soldati, temendo in un possibile attentato suicida, spararono: sopravvissero soltanto i sei bambini. Le fotografie che scattò Hondros ai bambini vennero pubblicate sui giornali di tutto il mondo e portarono l’esercito a modificare le loro procedure ai checkpoint. Hondros continuò a lavorare come fotogiornalista di guerra e fu ucciso nella guerra in Libia, il 20 aprile del 2010. Alcune sue foto le potete guardare qui.
(Chris Hondros/Getty Images)

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Le foto più influenti di sempre

Barack Obama e Joe Biden ricevono aggiornamenti sulla missione per uccidere Osama bin Laden, 1 maggio 2011. Insieme a loro, da sinistra: generale “Brad” Webb, comandante delle forze speciali; Denis McDonough, vice consigliere per la sicurezza nazionale; Hillary Clinton, Segretario di Stato; Robert Gates, ministro della Difesa; l'ammiraglio Mike Mullen, capo di Stato Maggiore; Tom Donilon, consigliere per la sicurezza nazionale; Bill Daley, capo dello staff della Casa Bianca; Tony Binken, consigliere del vicepresidente per la sicurezza nazionale; Audrey Tomason, direttore dell'agenzia antiterrorismo; John Brennan, consigliere del presidente per la sicurezza nazionale e l'antiterrorismo; James Clapper, direttore dell'intelligence. Qui altre foto che mostrano Obama e i suoi consiglieri seguire l'operazione.
(Official White House Photo by Pete Souza)

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Le foto più influenti di sempre

Una delle tante fotografie dalla Corea del Nord scattate dal fotografo di Associated Press David Guttenfelder nel 2013: mostra una guida nordcoreana prima di un tour in un sito storico di Pyongyang. Il 18 gennaio del 2013 agli stranieri fu permesso per la prima volta di portare un cellulare nel paese e Guttenfelder scattò la foto col cellulare e la pubblicò poi su Instagram. Associated Press è stato il primo organo di stampa straniero ad avere una redazione stabile a Pyongyang e da anni pubblica fotografie che raccontano il regime e la vita quotidiana degli abitanti, come queste, queste o queste. Nel 2016 per i suoi servizi in Corea del Nord, Guttenfelder ha vinto il terzo premio nella categoria dei progetti a lungo termine.
(AP Photo/David Guttenfelder)

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Le foto più influenti di sempre

Il famosissimo selfie del 2014, in cui compaiono Ellen DeGeneres, Meryl Streep, Julia Roberts, Bradley Cooper, Jennifer Lawrence, Lupita Nyong’o, Peter Nyong’o, Angelina Jolie, Brad Pitt, Kevin Spacey, Jared Leto e Channing Tatum. Realizzato da Cooper e pubblicato su Twitter, venne condiviso tre milioni di volte, diventando la foto più ritwittata di sempre.
(Ellen DeGeneres/Twitter via Getty Images)

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ll corpo di Alan Kurdi, un bambino siriano di tre anni morto nel naufragio di un'imbarcazione che andava da Bodrum, in Turchia, a Kos, in Grecia, nel settembre 2015. La sua famiglia era una delle tante che stavano scappando dalla guerra civile siriana. La foto, scattata da Nilufer Demir della Dogan News Agency, fu condivisa sui social network migliaia di volte mentre la stampa internazionale si chiedeva se fosse opportuno pubblicarla (al Post decidemmo di no, segnalandola comunque ai lettori). Divenne il simbolo della guerra in Siria e anche della difficoltà incontrate da molti migranti nel tentativo di raggiungere una vita migliore.
(NILUFER DEMIR/AFP/Getty Images)

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Il Post è una testata registrata presso il Tribunale di Milano, 419 del 28 settembre 2009 - ISSN 2610-9980