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  • Venerdì 15 gennaio 2016

Il sequestro dei beni ai migranti in Svizzera

Devono lasciare allo stato i beni di valore superiore ai 1000 franchi svizzeri per contribuire alle loro spese di mantenimento e a quelle burocratiche per la richiesta di asilo

(AP Photo/Boris Grdanoski)
(AP Photo/Boris Grdanoski)

I migranti che arrivano in Svizzera devono lasciare alle autorità del paese tutti i loro averi il cui valore supera i 1000 franchi svizzeri (circa 915 euro), seguendo una pratica simile a quella prevista da qualche tempo in Danimarca. La notizia è stata diffusa dalla trasmissione televisiva 10vor10 dell’emittente pubblica SRF, che trasmette nella Svizzera tedesca. Durante il programma è stata mostrata una ricevuta consegnata a un migrante siriano, che ha spiegato di averla ottenuta dalle autorità locali nel momento in cui gli è stato chiesto di consegnare più della metà del denaro in contanti con cui era arrivato in territorio svizzero, insieme con la sua famiglia.

SRF ha anche mostrato un documento informativo che viene consegnato ai migranti in cui si dice: “Se sei in possesso di proprietà che superano i 1000 franchi svizzeri, quando arrivi in un centro di accoglienza è necessario che tu rinunci a quei beni in cambio di una ricevuta”. L’iniziativa è stata pensata per avere risorse aggiuntive con cui finanziare le attività di accoglienza nei confronti dei migranti in Svizzera, ma sta ricevendo diverse critiche soprattutto da parte degli attivisti e volontari che da mesi si danno da fare per aiutare le persone fuggite dalla guerra civile in Siria.

La richiesta del contributo è stata prevista dalla Segreteria di Stato della migrazione (SEM), l’organismo governativo che si occupa di gestire i flussi migratori in Svizzera. I suoi regolamenti prevedono che i richiedenti asilo e i rifugiati contribuiscano, per quanto possibile, ai costi per la gestione burocratica delle loro domande di aiuto e per l’assistenza sociale nei loro confronti. Una portavoce della SEM ha comunque chiarito che “se qualcuno lascia volontariamente il paese entro sette mesi dal suo arrivo, può ottenere i soldi indietro e portarseli via: altrimenti, il denaro viene utilizzato per coprire i costi” dovuti alla sua permanenza.

In Svizzera sono inoltre in vigore altri provvedimenti che interessano i migranti che infine ottengono un permesso per restare stabilmente nel paese. Le regole prevedono che i migranti cedano il 10 per cento del loro stipendio allo stato per 10 anni, o fino a quando non raggiungono il pagamento di 15mila franchi (circa 13.700 euro) per ripagare i costi affrontati per il loro mantenimento nei primi mesi e per le pratiche burocratiche. L’obiettivo è disincentivare le migrazioni verso il territorio svizzero e al tempo stesso fare una sorta di selezione dei migranti.

A fine 2015 si era parlato molto di un provvedimento simile discusso in Danimarca, sempre al fine di sequestrare beni ai migranti. La proposta era stata criticata duramente dall’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, tanto da avere spinto le autorità danesi a riconsiderare l’iniziativa innalzando il limite massimo dei beni che i migranti possono tenere con sé.