La fattoria degli animali che ci portiamo dentro

Ci sono delle cose “da maschi” che a un certo punto cominciamo a rimuovere, tacere [Continua]

Il libro nuovo di Francesco Piccolo ha una buona idea, che negli anni scorsi avevo visto abbozzata solo in alcune parti del romanzone di Edoardo Albinati, ovvero raccontare, condividere e discutere il peso e il ruolo della formazione maschiocentrica dei giovani maschi in quello che diventeranno e saranno (e di conseguenza in quello che sono le nostre civiltà). Ci sono delle cose “da maschi” che dominano le nostre educazioni, le nostre infanzie e adolescenze (di noi maschi, intendo), e che a un certo punto cominciamo a rimuovere, tacere, sfogare occasionalmente tra noi maschi, ma senza averle effettivamente superate, elaborate, equilibrate con altri pezzi della nostra formazione di persone: primo tra tutti il rapporto col sesso, col sesso predatore e competitivo, e in generale il rapporto con le donne come strumento di affermazione di sé presso se stessi e presso gli altri maschi.
Diventano cose private, fuori dalle discussioni pubbliche o dal repertorio oggi infinito e continuo della condivisione pubblica di sé. (segue)

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