Domenica in Bangladesh, dopo un giorno di estese proteste contro il governo, la polizia ha arrestato il leader dell’opposizione Mirza Fakhrul Islam Alamgir, segretario del Partito nazionalista del Bangladesh (BNP), e decine di altri membri dello stesso partito. Alamgir e gli altri sono accusati di essere coinvolti a vario titolo in alcuni episodi di violenza compiuti durante le proteste, ma il loro arresto è considerato un tentativo del governo in carica di reprimere l’opposizione, a pochi mesi dalle prossime elezioni.
Alle proteste del fine settimana, concentrate soprattutto nella capitale Dacca, hanno partecipato oltre 100mila persone, che chiedevano le dimissioni dell’attuale prima ministra, Sheikh Hasina, e l’organizzazione di elezioni anticipate. Nel giro di poche ore le proteste sono sfociate in scontri violenti tra manifestanti e polizia: sono stati incendiati alcuni veicoli e la polizia ha disperso i manifestanti con gas lacrimogeni e proiettili di gomma. Almeno due persone sono morte, un poliziotto e un manifestante, e decine di altre sono state ferite, non è chiaro quante.
L’arresto di Alamgir, che ha 75 anni, e quello degli altri membri del partito ha portato a un nuovo livello di intensità lo scontro tra il BNP e il partito di Hasina, la Lega Awami, che governa il Bangladesh da 15 anni e che, secondo l’opposizione, sta mettendo in atto una repressione generalizzata del dissenso.
In totale sono stati arrestati oltre 500 sostenitori e membri dell’opposizione, soprattutto del BNP (almeno 164) e del Jamaat-e-Islami, un partito islamista. Nei giorni precedenti erano stati arrestati molti altri sostenitori dell’opposizione, anche se non si sa di preciso quanti: secondo il BNP nell’ultima settimana sarebbero stati arrestati oltre 3mila sostenitori del partito, mentre secondo la polizia di Dacca sarebbero meno di 1.500.
Non è chiaro di cosa siano accusati esattamente Alamgir e gli altri membri del partito. Un’ipotesi è che le accuse riguardino l’omicidio di un poliziotto morto durante gli scontri, un’altra l’assalto all’abitazione di un importante membro della magistratura, sempre durante le proteste.
Alamgir è il leader del BNP dall’arresto dell’ex prima ministra e precedente guida del partito Khaleda Zia, condannata a 17 anni con l’accusa di essersi appropriata di fondi destinati alla costruzione di un orfanotrofio nel 2018: secondo i suoi sostenitori la condanna sarebbe dovuta a ragioni politiche.
Il governo di Hasina, che ha garantito al Bangladesh una forte crescita economica, è accusato di corruzione e di una serie di violazioni di diritti umani e civili: negli ultimi anni sono stati arrestati diversi attivisti e membri dell’opposizione. Il governo è stato accusato inoltre di brogli elettorali nelle ultime elezioni, quelle del 2018, stravinte dal partito di Hasina. Le prossime elezioni in Bangladesh dovrebbero tenersi nel gennaio del 2024: secondo l’opposizione non saranno elezioni libere.
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