Una manifestazione per i diritti all'aborto davanti all'ufficio del primo ministro nella capitale La Valletta (Joanna Demarco/Getty Images)

Malta ha approvato per la prima volta la possibilità di abortire, ma solo nel caso di rischio di morte per le donne

Mercoledì il parlamento maltese ha approvato una legge che consente ai medici di interrompere una gravidanza nel caso in cui la salute o la vita della madre sia a rischio immediato. Il disegno di legge era stato proposto lo scorso autunno dopo che una turista statunitense aveva rischiato la vita a Malta a causa di alcune complicazioni legate alla sua gravidanza e al successivo rifiuto dei medici maltesi di praticarle un aborto.

Finora Malta era l’unico paese dell’Unione Europea in cui l’aborto era totalmente illegale. Adesso continua a esserlo nei casi di stupro, incesto o gravi malformazioni del feto: chi si sottopone all’operazione rischia fino a tre anni di carcere e i medici che lo procurano fino a quattro anni di prigione, oltre al divieto di praticare la professione.

L’approvazione del disegno ha suscitato critiche da parte di diversi gruppi. Le associazioni di medici e infermieri hanno affermato che la vaga formulazione del disegno di legge li lascerebbe legalmente esposti, mentre la Chiesa e le organizzazioni pro-vita hanno accusato il governo di tentare di introdurre di nascosto la legalizzazione dell’aborto nella legge e sostenuto che non era necessario cambiare la legge perché le donne non sono mai state lasciate morire a causa di complicazioni durante la gravidanza. I gruppi pro-choice, schierati a difesa della libertà di scelta della donna riguardo l’aborto, hanno invece ritirato il loro sostegno, affermando che la legge sia troppo vaga.

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