Un corteo di anarchici a Milano a sostegno di Cospito (ANSA/PAOLO SALMOIRAGO)

La procura della Cassazione ha chiesto di annullare il 41-bis per Alfredo Cospito

In vista dell'udienza della Corte stessa sul ricorso del detenuto anarchico in sciopero della fame da quasi quattro mesi

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La procura generale della Corte di Cassazione ha depositato una richiesta di annullare il regime di 41-bis per l’anarchico Alfredo Cospito, in sciopero della fame da quasi quattro mesi proprio per protestare contro il regime carcerario di massimo isolamento a cui è sottoposto. La richiesta è stata depositata in vista dell’udienza del 24 febbraio in cui la Corte stessa dovrebbe decidere se confermare o revocare il 41-bis per Cospito, e in risposta alla sentenza del tribunale di sorveglianza che lo scorso dicembre l’aveva confermato. Secondo il sostituto procuratore generale della Cassazione, Piero Gaeta, quella decisione andrebbe annullata.

La procura generale è il pubblico ministero – l’accusa – della Cassazione ma ha funzioni diverse rispetto alle procure territoriali: non porta avanti l’azione penale contro chi ha commesso reati, ma interviene sui giudizi civili e penali esprimendosi sulla corretta applicazione delle norme ed esprimendo pareri alla Corte prima di una sentenza.

Sabato sera Cospito era stato trasferito dal centro clinico del carcere di Opera di Milano, dove era detenuto da fine gennaio, al reparto di medicina penitenziaria dell’ospedale San Paolo di Milano per l’aggravarsi delle sue condizioni di salute. Soltanto tre giorni fa il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, aveva respinto l’istanza di revoca del 41-bis che aveva presentato l’avvocato di Cospito, Flavio Rossi Albertini.

Adesso che la procura della Cassazione si è esposta, però, ci sono più probabilità che all’udienza del 24 febbraio la Corte decida di revocare definitivamente il 41-bis, dal momento che la richiesta arriva sia dai diretti interessati – Cospito e il suo avvocato – che dalla procura della Corte. Le altre possibilità sono che venga rinviata la decisione al tribunale di sorveglianza, che decide sulle pene alternative per i detenuti, o che vengano rigettate le richieste di revoca.

Cospito è in sciopero della fame dal 19 ottobre perché da aprile dello scorso anno, dopo aver già scontato sei anni di detenzione, era stato sottoposto al 41-bis, il cosiddetto “carcere duro” che prevede pesanti restrizioni ed è riservato solitamente ai condannati per mafia. Si trova in carcere per due condanne: a dieci anni e otto mesi per aver ferito a Genova, con colpi di pistola alle gambe, il dirigente dell’Ansaldo Roberto Adinolfi; e a vent’anni per aver posizionato, nella notte ​​tra il 2 e il 3 giugno del 2006, due pacchi bomba davanti alla scuola allievi dei carabinieri di Fossano, in provincia di Cuneo. L’esplosione non causò né morti né feriti.

Da quando è in sciopero della fame Cospito ha perso quasi 50 chili, e man mano che le sue condizioni di salute sono peggiorate sono aumentate le proteste dei movimenti anarchici. L’ultima in ordine di tempo e la più partecipata fin qui è stata sabato sera a Milano, con un corteo nel centro della città a cui hanno partecipato alcune centinaia di persone e che poi si è tramutato in scontri con la polizia.

– Leggi anche: Come si vive al 41-bis

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