Una persona arrivata dalla Cina viene testata per il coronavirus all'aeroporto Charles de Gaulle di Parigi (AP Photo/Aurelien Morissard, File)

L’Unione Europea ha raccomandato agli stati membri di introdurre l’obbligo di tamponi per chi arriva dalla Cina

Mercoledì l’Unione Europea ha «fortemente incoraggiato» gli stati membri a introdurre tamponi obbligatori per chi arriva in aereo dalla Cina, dove è in corso un’enorme ondata di contagi dopo l’abbandono della strategia “zero COVID” da parte del governo cinese. Lo ha fatto sapere il Consiglio dell’Unione Europea, dal 1° gennaio presieduto dalla Svezia, al termine di un incontro dell’Integrated Political Crisis Response (IPCR), il gruppo che si riunisce per decidere come gestire certi tipi di emergenze e crisi.

L’IPCR ha raccomandato agli stati membri sia di introdurre l’obbligo di presentare un tampone negativo fatto nell’arco delle 48 precedenti alla partenza, sia di iniziare a fare tamponi a campione direttamente in aeroporto a chi arriva dalla Cina, per poi sequenziarli e vedere quali sono le varianti presenti. Per ora misure di questo tipo sono state adottate solo da alcuni paesi europei, tra cui l’Italia che era stata la prima ad introdurle: la raccomandazione dell’IPCR è un tentativo di uniformare l’approccio di tutti i paesi membri. La raccomandazione non è di per sé vincolante, ma il gruppo ha fatto sapere che gli stati dell’Unione hanno acconsentito a rivedere le proprie regole entro metà gennaio.

Poche ore dopo l’annuncio la Germania, uno dei paesi che inizialmente si erano opposti all’introduzione di controlli di questo tipo, ha annunciato che a partire dal 7 gennaio i viaggiatori in arrivo dalla Cina dovranno presentare un test rapido negativo. Il ministro della salute tedesco Karl Lauterbach ha detto che verranno fatti anche tamponi a campione direttamente in aeroporto.

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