(EPA/MATTIA SEDDA)

Da gennaio alcuni dipendenti di Intesa Sanpaolo potranno scegliere di lavorare con la cosiddetta “settimana corta”

Intesa Sanpaolo, la più grande banca italiana, ha annunciato che da gennaio del 2023 introdurrà per alcuni suoi dipendenti la possibilità di scegliere la cosiddetta “settimana corta”: cioè quel tipo di organizzazione aziendale per cui si lavora quattro giorni alla settimana invece che cinque, su cui diversi paesi d’Europa e del mondo stanno conducendo esperimenti di vario genere, ognuno con regole leggermente diverse a seconda dei casi. È una decisione piuttosto significativa, perché Intesa Sanpaolo è una delle società private con più dipendenti in Italia, circa 74mila, e in generale perché non esistono molti esperimenti italiani sulla settimana corta.

I dipendenti di Intesa Sanpaolo a cui sarà aperta la possibilità della settimana corta potranno decidere se partecipare su base volontaria. La proposta dell’azienda prevede un aumento delle ore lavorative giornaliere a 9 per quattro giorni (saranno quindi 36 ore in totale) e il mantenimento della stessa retribuzione che si riceve al momento, lavorando cinque giorni (generalmente per un totale di 37 ore e mezzo). L’azienda ha fatto sapere inoltre che introdurrà stabilmente nuove regole per il lavoro da remoto, ma non è ancora chiaro se saranno valide per tutti i dipendenti (il comunicato parla di «esigenze tecniche» di cui tenere conto): quelli coinvolti in ogni caso potranno decidere di farlo per un massimo di 120 giorni all’anno, senza limiti mensili e ricevendo un buono pasto giornaliero ridotto da 3 euro.

– Leggi anche: I sorprendenti esperimenti sulla settimana corta

Sulle due iniziative non è stato trovato un accordo con i sindacati, che hanno criticato alcune scelte fatte dall’azienda in merito, come la decisione di escludere dalle sperimentazioni della settimana corta i dipendenti che lavorano nelle filiali e quella di non riconoscere il buono pasto intero a chi lavora da remoto.

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