Due dei medici dell’ospedale di Arcangelo, in Russia, che hanno curato alcune persone coinvolte nell’incidente nucleare dell’8 agosto, hanno raccontato a BBC anonimamente di non aver usato protezioni e di temere di essere stati contaminati dalle radiazioni essi stessi. I medici hanno detto che in tutto circa 90 persone sono entrate in contatto con i pazienti contaminati, senza che nessuno li avesse avvertiti della causa dell’incidente (nelle prime ore, le autorità russe avevano negato che l’incidente avesse comportato fughe radioattive).
I medici hanno raccontato che i pazienti contaminati dalle radiazioni curati nell’ospedale erano stati in tutto tre, e che ci era voluta circa un’ora prima che ci si accorgesse dell’alto livello di radiazioni presente in loro. Anche dopo esserne venuti a conoscenza, i medici avevano continuato a curare i tre pazienti senza protezioni. Il giorno successivo al ricovero i tre pazienti erano stati trasferiti in un ospedale di Mosca, e le loro condizioni al momento non sono note. Successivamente i militari russi hanno avviato un processo di decontaminazione dell’ospedale di Arcangelo.
Dell’incidente, avvenuto nei pressi della base militare di Nenoksa, sulla costa del Mar Bianco, si sa molto poco e il governo russo finora non è stato del tutto trasparente. Sembra certo che l’incidente abbia coinvolto un piccolo reattore nucleare che forniva materiale per la propulsione a un missile sperimentale, che l’esercito russo sta testando da alcuni mesi. Nei giorni scorsi quattro stazioni di monitoraggio della radioattività in Russia hanno smesso di inviare dati e il sospetto è che questa sospensione sia legata alla volontà del governo di nascondere informazioni legate all’incidente.
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