L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha diffuso la sua prima analisi sulle conseguenze sulla salute della presenza di microplastiche nelle riserve idriche mondiali e ha concluso che per quello che sappiamo oggi non costituiscono un rischio per le persone. Le microplastiche sono frammenti di plastica di dimensioni massime inferiori ai 5 millimetri che a causa dell’inquinamento si trovano nelle acque di tutto il mondo, acqua in bottiglia compresa.
L’analisi dell’OMS contiene due conclusioni principali, entrambe piuttosto provvisorie. La prima è che ci sono ancora troppi pochi dati per valutare in maniera attendibile i rischi per la salute dovuti alle microplastiche nell’acqua: soltanto negli ultimi due anni sono stati fatti degli studi seri sul tema, e comunque non sono abbastanza per conclusioni affidabili. La seconda è che questi studi sono necessari, e a questo proposito l’OMS ha diffuso un appello specifico perché siano condotte più ricerche.
Secondo gli studi confrontati dall’OMS per capire l’impatto delle microplastiche sulla salute, è improbabile che frammenti di plastica di dimensioni maggiori di 150 micrometri vengano assorbiti dal corpo umano (un micrometro è un millesimo di millimetro, 150 micrometri sono quindi 0,15 millimetri). Quando vengono ingeriti con l’acqua, perciò, passano attraverso il corpo senza conseguenze. Per quanto riguarda i frammenti più piccoli, sembra difficile che vengano assunti con l’acqua potabile, secondo i dati disponibili: ma sono ancora pochi, per l’appunto.
Un problema degli studi sulle microplastiche condotti finora è che non usano un metodo standard per rilevarne la presenza nell’acqua. Come ha spiegato il medico dell’OMS Bruce Gordon a BBC News, in alcuni studi si parla di campioni d’acqua in cui sono presenti 1.000 microparticelle per litro, altri parlano di una sola particella per litro: queste differenze potrebbero semplicemente dipendere dal tipo di filtro usato dai ricercatori per raccogliere i campioni.
L’OMS raccomanda che i fornitori di acqua potabile e le autorità che si occupano di controllo idrico abbiano come primo obiettivo la rimozione dalle acque di microbi patogeni e sostanze chimiche che si sa con certezza essere dannose per la salute: in questo modo si riduce anche la presenza di microplastiche nell’acqua, dato che i trattamenti per la rimozione di sostanze chimiche e residui fecali riducono le microplastiche presenti nell’acqua per più del 90 per cento.
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