Nella serie fotografica Isabella Hunts la fotografa Isabella Rozendaal fotografa cacciatori da varie parti del mondo per studiare le differenze e le similitudini tra culture relative alla pratica della caccia. Nelle sue foto – il progetto va avanti da dieci anni – ci sono popoli Nukini dell’Amazzonia brasiliana, europei che portano avanti tradizioni aristocratiche e appassionati americani, o come dice lei: “da chi caccia per sfamare la famiglia a chi per avere trofei e tutto ciò che sta in mezzo”.
Le foto sono raccolte in un nuovo libro e saranno in mostra al museo della fotografia dell’Aia fino al 12 maggio.
Per portare avanti il suo progetto Rozendaal non ha solo osservato, ma ha anche fatto corsi per imparare a cacciare e cucinare gli animali. Ha spiegato che avvicinandosi alla caccia ha cominciato a farsi domande sul suo posto nella catena alimentare e a chiedersi come essa influenzi il rapporto tra persone e animali. Sulle diverse culture che ha incontrato dice: «Le tradizioni di caccia europee sono un prodotto di vecchi riti aristocratici. Negli Emirati Arabi Uniti, la falconeria è un’antica tradizione che oggi esiste solo perché i falconieri vanno all’estero a cacciare, poiché non ci sono abbastanza prede nel loro paese. Negli Stati Uniti, i cacciatori sono plasmati dall’ideale romantico e pionieristico della natura selvaggia, dietro il quale si trova una grande industria commerciale. Per i Nukini dell’Amazzonia brasiliana, la caccia è sia una ricerca mistica che una parte della vita di tutti i giorni, banale come andare in un negozio».
Nata ad Amsterdam nel 1983, Rozendaal fotografa animali da tempo, e recentemente avevamo parlato del suo progetto Animalia, una specie di censimento fotografico degli animali domestici di Amsterdam.