(ROBERT ATANASOVSKI/AFP/Getty Images)

In Macedonia migliaia di persone hanno partecipato a una manifestazione contro il cambio di nome del paese

Ieri sera migliaia di macedoni hanno partecipato a una manifestazione contro il cambio del nome del paese organizzata dal principale partito nazionalista a Skopje. I nazionalisti sono contrari all’accordo raggiunto con la Grecia che farebbe cambiare alla Macedonia il proprio nome in “Repubblica della Macedonia settentrionale” – oggi per molti paesi al mondo il suo nome ufficiale è FYROM – e che permetterebbe al paese di avviare le trattative per entrare nella NATO e nell’Unione Europea (da diversi anni bloccate dalla Grecia per una disputa che riguarda il nome e l’eredità culturale dell’antico macedone). L’accordo dovrebbe essere votato definitivamente dal Parlamento macedone nelle prossime settimane.

Il 30 settembre scorso in Macedonia si era tenuto un referendum consultivo sul cambio di nome: aveva vinto il Sì, ma il quorum del 50 per cento degli elettori era stato mancato di parecchio. Il governo macedone aveva comunque scelto di avviare una procedura parlamentare per cambiare la Costituzione del paese e modificarne il nome. La mozione ha ricevuto l’approvazione preliminare del Parlamento anche grazie ai voti ricevuti proprio da alcuni parlamentari del partito nazionalista, che hanno votato contro le indicazioni del partito.

Ieri sera il leader di VMRO-DPMNE Hristijan Mickoski parlando alla folla ha accusato il primo ministro di «tradimento» e ha definito l’accordo con la Grecia «un’umiliazione nazionale» che porterà il paese alla rovina. Lui e il suo partito chiedono le dimissioni del governo di centrosinistra e le elezioni anticipate. La marcia di ieri sera è partita dalla sede del partito di nazionalista a Skopje verso le 5 di pomeriggio e si è conclusa pacificamente davanti al Parlamento.

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