(AP Photo/Themba Hadebe)

In Sudafrica gli studenti protestano ancora

Il governo ha ritirato la proposta di aumento delle tasse universitarie, ma ci sono stati comunque scontri con la polizia davanti al palazzo presidenziale di Pretoria

Venerdì 23 ottobre ci sono stati nuovi scontri fra gruppi di studenti e polizia sudafricana a Pretoria, la capitale del Sudafrica. Migliaia di studenti manifestano da giorni contro l’amministrazione del presidente sudafricano Jacob Zuma, che stava valutando una legge per alzare fino all’11,5 per cento le tasse universitarie per iscriversi alle università pubbliche. Gli scontri di venerdì sono avvenuti nonostante in mattinata il presidente sudafricano Jacob Zuma avesse detto che il governo non alzerà le tasse universitarie per tutto il 2016.

Questa mattina migliaia di studenti si sono riuniti davanti agli Union Buildings, il palazzo presidenziale, per protestare contro Zuma. Nel corso delle proteste, diversi studenti hanno lanciato pietre contro la polizia e incendiato bagni chimici, mentre la polizia ha risposto sparando proiettili di gomma e utilizzando cannoni ad acqua. Per il momento non si hanno comunque notizie di feriti. Secondo i giornalisti sul posto, gli scontri sono ancora in corso anche nelle zone limitrofe di Pretoria.

Il giornalista sudafricano Pontsho Pilane ha anche scritto su Twitter che alcune ore fa si trovava a bordo di un pullman di studenti della University of the Witwatersrand – cioè quella in cui le proteste erano iniziate – che stava tornando a Johannesburg, e che il pullman è stato bloccato da un gruppo di studenti che accusava quelli che se ne stavano andando di essersi “venduti” al governo. Il pullman su cui si trovava Pilane è stato poi fatto passare. Sui Twitter e Facebook stanno circolando foto e video di scontri molto violenti fra polizia e studenti, oltre che di strade e oggetti danneggiati.

https://twitter.com/lenyarosello/status/657578782824472576/video/1

Le proteste sono cominciate la scorsa settimana proprio alla University of the Witwatersrand, a Johannesburg. Nei giorni successivi le proteste si erano diffuse in diverse altre università di Pretoria, Durban, Port Elizabeth, Potchefstroom e Grahamstown. Prima dell’annuncio di Zuma di oggi, i manifestanti avevano anche rifiutato di accettare una proposta di alcuni studenti che era stata mediata con il governo: un aumento delle tasse del 6 per cento nel 2016, invece dell’11.

I leader dei movimenti studenteschi hanno protestato perché secondo loro un aumento delle tasse universitarie avrebbe costretto molti studenti – specialmente quelli neri – a rimanere esclusi dall’università per l’impossibilità di pagare tasse così alte. Mcebo Dlamini, uno dei leader studenteschi della University of the Witwatersrand, ha detto al Guardian: «La verità è che nel paese post-indipendenza gli studenti neri sono ancora oppressi, siamo ancora marginalizzati, lottiamo per entrare nelle università». Motheo Legnosa, uno studente della University of Cape Town, ha detto che le proteste degli ultimi giorni gli sono sembrate di nuovo il 1976, l’anno in cui in una rivolta a Soweto la polizia uccise 69 studenti che stavano protestando contro il piano di tenere le lezioni universitarie in afrikaans, una delle lingue ufficiali del Sudafrica e della Namibia.

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