Todd Reed, 53 anni, mentre lavora come raccattapalle agli US Open del 2014. (KENA BETANCUR/AFP/Getty Images)

I raccattapalle adulti agli US Open

È l'unico torneo del Grande Slam dove non ci sono solo ragazzini a rincorrere le palline in campo: c'entra l'inizio della scuola e una strana e vecchia regola

Chi segue le partite di tennis e i grandi tornei è abituato alla presenza dei raccattapalle intorno al campo, ed è abituato agli scatti veloci di quelli che restano accosciati in attesa di recuperare una palla finita a rete. Nella grande maggioranza dei casi, anche nei tornei più importanti, i raccattapalle sono ragazzini, ma gli US Open fanno eccezione: chi ha seguito le partite con attenzione potrebbe avere notato che ci sono diversi adulti tra i raccattapalle. Ci sono almeno un paio di ottime ragioni per impiegare adulti per questo compito, legate al momento dell’anno in cui si gioca il torneo e a una tradizione su come devono essere spostate le palle da una parte all’altra del campo. Ne ha parlato il Wall Street Journal in un articolo del 4 settembre.

Nei tornei del Grande Slam anche i più piccoli dettagli sono regolati da una rigida etichetta. Questo codice comprende tra le altre cose il modo in cui i raccattapalle devono lanciarsi le palle quando, dopo averle recuperate, devono spostarle da una parte all’altra del campo (per esempio quando cambia il turno di battuta). Nella maggior parte dei tornei ai raccattapalle è chiesto di passarsi le palle facendole rotolare a terra (lo si vede fare spesso, e spesso ci si chiede come mai le palle non vengano semplicemente lanciate), ma agli US Open la regola è diversa: i raccattapalle devono lanciarsi la pallina, facendole fare un solo rimbalzo prima che venga raccolta da un altro raccattapalle dalla parte opposta del campo. A volte, dice il Wall Street Journal, è necessario lanciare la pallina anche a 25 metri di distanza senza farla rimbalzare e, considerato che una pallina pesa circa 60 grammi, non tutti i ragazzini e le ragazzine che lavorano durante il torneo hanno la forza per farlo. Avere qualche adulto nel team risulta quindi essere una buona cosa.

La seconda ragione per cui agli US Open ci sono anche i raccattapalle adulti è legata alla scuola, che ricomincia ogni settembre, proprio nei giorni del torneo. Ci sono anni in cui il rientro scolastico non è in conflitto con il calendario del torneo. Ma ci sono anche anni in cui la scuola comincia molto presto, mettendo in difficoltà gli organizzatori del torneo che si trovano con pochi raccattapalle per coprire le partite durante la settimana e quelle che si giocano di sera (quando i minorenni non sono autorizzati a lavorare). Quest’anno la scuola è ricominciata presto: per tutte le partite della settimana gli organizzatori del torneo devono quindi fare affidamento sul loro personale adulto.

Essere selezionati per il lavoro non è semplice. Quest’anno, racconta il Wall Street Journal, circa 400 persone si sono presentate alle selezioni per i circa 80 posti disponibili per nuovi raccattapalle: in tutto al torneo lavorano 260 raccattapalle, ma la maggior parte sono veterani con uno o più anni di esperienza. Quest’anno agli US Open lavorano 39 raccattapalle che hanno più di 30 anni. Quelli che iniziano, che devono avere almeno 14 anni, vengono pagati con il salario minimo, ma la retribuzione cresce con gli anni.

Molti degli adulti che decidono di fare il provino per un lavoro da raccattapalle agli US Open sono persone già in pensione e con molto tempo libero. Ma ci sono anche diversi appassionati di tennis che si prendono le ferie dal lavoro nelle settimane del torneo, oppure artigiani che possono permettersi di assentarsi per qualche giorno dai loro laboratori. Chi è già adulto – sui 40 o 50 anni – e vuole provare a fare il raccattapalle deve iniziare a prepararsi per tempo, aggiungendo chilometri di jogging, intensificando gli esercizi in palestra e, in alcuni casi, imparando nuovi esercizi specifici per i legamenti del braccio e della spalla che vengono molto sollecitati dal lavoro da raccattapalle.

Fare il raccattapalle non è una cosa semplice: bisogna essere in buona forma fisica, conoscere il gioco e i suoi tempi ed essere sempre attenti e pronti alle diverse esigenze dei giocatori in campo (e conoscere i trucchi del mestiere, come aveva raccontato Claudio Cerasa in un suo vecchio articolo). Il lavoro dei raccattapalle non è meccanico: bisogna seguire il gioco attentamente, tenere un occhio sul punteggio, sui propri colleghi per capire cosa fanno e imparare presto a capire che tipo di giocatore ci si trova di fronte. Per esempio: quante palline vuole verificare prima di scegliere quella giusta per il servizio? Chiede sempre l’asciugamano tra un punto e l’altro o no? E poi bisogna essere in grado di confrontarsi con atleti tesi e irascibili – come è successo a una sfortunata raccattapalle di Wimbledon sgridata da Novak Djokovic – ma in questo gli adulti, ha spiegato il Wall Street Journal, sono più bravi: aiuta l’esperienza della vita, e quella con i figli.

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