Linda Desammlouis in un edificio di Port-au-Prince danneggiato dal terremoto del 2010. (AP Photo/Rebecca Blackwell)

I senzatetto di Port-au-Prince

Nella capitale di Haiti – dove negli ultimi cinque anni è successo di tutto, dal terremoto al colera agli uragani – sempre più persone non hanno una casa

Haiti è uno dei paesi più poveri al mondo e ha l’indice di sviluppo umano (ISU) più basso di tutte le Americhe (l’ISU è calcolato tenendo conto di variabili come aspettativa di vita, istruzione e reddito nazionale lordo procapite). Negli ultimi cinque anni ad Haiti è successo un po’ di tutto: nel 2010 c’è stato un terremoto devastante che ha ucciso almeno 230mila persone e distrutto Port-au-Prince, la capitale dello stato: al terremoto è seguita un’epidemia di colera, poi l’isola è stata coinvolta dall’uragano Sandy e più di recente sono state organizzate proteste violente per chiedere le dimissioni del presidente Michel Martelly, che dallo scorso 14 gennaio governa per decreto.

Uno dei problemi più gravi di Haiti, su cui si sono concentrate anche le proteste degli ultimi mesi, è la povertà: una percentuale sempre maggiore della popolazione del paese vive in condizioni miserabili, e tra loro ci sono moltissimi giovani. A Port-au-Prince le persone rimaste senza casa si sono rifugiate negli edifici danneggiati dal terremoto del 2010, che poi sono rimasti abbandonati. Rebecca Blackwell li ha fotografati per Associated Press.

Rebecca Blackwell ha cominciato a lavorare per l’agenzia fotografica Associated Press nel 2007. Ha lavorato prima in Africa occidentale e poi si è spostata a Città del Messico, in Messico, nel 2014. Tra i suoi lavori più importanti realizzati in Africa ci sono i reportage sulla guerra in Costa d’Avorio e nella Repubblica Centrafricana e quelli sulla crisi dei profughi in Somalia. Dal Messico Blackwell ha cominciato a occuparsi della crisi dei migranti centroamericani che cercano di entrare negli Stati Uniti.

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