Martedì 13 gennaio il presidente dell’Azerbaijan, Ilham Alivey, ha scritto una serie di tweet molto duri contro l’Armenia, paese che confina con il territorio azero a ovest e col quale il suo governo ha pessimi rapporti. Dopo aver scritto 17 tweet sui miglioramenti che il paese ha compiuto nel 2014 – riguardanti la crescita economica, la diminuzione della disoccupazione e dell’inflazione, tra le altre cose – Alivey ha pubblicato diversi messaggi per attaccare l’Armenia e per denunciare la situazione del Nagorno-Karabakh, territorio che si è proclamato indipendente all’inizio degli anni Novanta e che è conteso da Azerbaijan e Armenia.
«Nessuna forza esterna può parlarci con il linguaggio da ultimatum».
«L’Armenia è un paese povero che non conta nulla».
«Se l’Armenia non avesse due grandi sostenitori in varie capitali, la guerra in Nagorno-Karabakh sarebbe già stata risolta molto tempo fa».
Mercoledì il ministro della Difesa azero ha accusato di nuovo l’Armenia di avere violato decine di volte la tregua in vigore tra i due paesi. Lunedì 12 gennaio il ministro della Difesa armeno aveva detto che la sera prima un gruppo di uomini armati azeri aveva cercato di superare il confine tra i due paesi: un uomo armato e un civile azero sono rimasti uccisi, ha detto il governo armeno. Il ministro della Difesa azero ha negato che fosse avvenuto l’incidente.
Armenia e Azerbaijan hanno combattuto una guerra tra il 1992 e il 1994: la guerra è finita con una tregua, comunque piuttosto precaria, che è stata violata e rinnovata per gli anni successivi. Nel settembre del 2014 ci sono stati nuovi scontri tra gli eserciti dei due paesi per il controllo del Nagorno-Karabakh, i più gravi dal 1994. Ancora oggi l’Armenia controlla circa il 20 per cento del territorio dell’Azerbaijan, tra cui la maggior parte del Nagorno-Karabakh e parecchie altre regioni lì attorno.
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