Il Wall Street Journal ha messo insieme una divertente classifica delle squadre che partecipano ai Mondiali in base al numero di finti infortuni accaduti durante le partite di questi giorni: quelli cioè in cui un giocatore cade a terra contorcendosi dal dolore dopo un contatto con un avversario – per perdere tempo o far rifiatare la propria squadra – per poi, pochi secondi dopo, riprendere a giocare come se niente fosse.
Il Wall Street Journal ha contato 302 volte in cui «abbiamo visto giocatori rotolarsi dal dolore, accartocciarsi in posizione fetale o giacere quasi senza vita sul campo di gioco, prima che l’arbitro fermasse il gioco». Solo in 9 circostanze, però, al presunto infortunio è seguita la sostituzione forzata di un giocatore: escludendo quelle nove volte, quindi, «rimangono 293 casi di esagerazione di infortuni, che in totale hanno occupato 118 minuti e 21 secondi di gioco». Il Wall Street Journal spiega che ha calcolato il tempo di ciascun presunto infortunio a partire dal fischio dell’arbitro per interrompere il gioco fino al momento in cui il calciatore coinvolto fosse tornato in piedi.
(Stasera mi butto, di Luca Sofri)
Secondo i calcoli, le squadre che erano in vantaggio – e che quindi erano più interessate a perdere tempo – hanno passato il quadruplo del tempo a fingere infortuni rispetto quelle in svantaggio: il caso più notevole è quello del Cile, che durante la partita con la Spagna vinta per 2-0 difese il vantaggio anche grazie a 11 episodi di questo tipo. La squadra prima in classifica, comunque, è il Brasile: ha totalizzato 17 finti infortuni (cinque dei quali accaduti al solo Neymar).
Altri dati notevoli: la Bosnia, che in questa classifica è ultima, ha speso solo 24 secondi in tre partite a simulare infortuni, in sole due occasioni; l’Honduras, che in questa classifica è terza, ha speso “a terra” più tempo di tutti: sette minuti e quaranta secondi, dei quali oltre cinque minuti unicamente nel primo tempo contro la Francia, ancora sullo 0-0 (la partita finì 3-0 per la Francia).
foto: AFP PHOTO / FRANCOIS XAVIER MARIT
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