Su Repubblica del 29 maggio 2014 il giornalista Concetto Vecchio ha intervistato Stefano Fassina, parlamentare del PD ed ex viceministro dell’Economia nel governo guidato da Enrico Letta, a proposito dei risultati elettorali di domenica scorsa. In passato Fassina aveva spesso criticato l’attuale presidente del Consiglio e segretario del PD Matteo Renzi. E lo scorso gennaio si era dimesso da viceministro per una frase detta da Renzi su di lui. Fassina ha sostenuto Pier Luigi Bersani alle primarie del 2012 e Gianni Cuperlo a quelle del 2013.
Roma. Montecitorio sul far della sera. Sprofondato in una stanchezza metafisica Stefano Fassina a un certo punto bisbiglia: “Renzi l’avevo sottovalutato”.
Cosa ha pensato quando ha visto lampeggiare quel 40 per cento?
“Un’apparizione! Un sentimento di stupore, d’incredulità. Ci siamo attaccati ai telefonini e il dato era uniforme in tutte le sezioni. Vedere quel 4… dopo il simbolo del Pd…”.
Quindi Renzi si è rivelato più bravo di voi bersaniani?
“Ha dimostrato grandi qualità: è l’uomo giusto al posto giusto”.
Lei è stato un avversario del segretario, perché è finito nella foto dei vincitori?
“Ci sono, ma avrà notato che sono molto defilato, del tutto nascosto: in un angolino”.
Era in imbarazzo?
“No, ma a mettermi in mostra mi sarei sentito stupido, infantile”.
Come mai Stumpo e D’Attorre si riconoscono distintamente?
“Ognuno ha la sua sensibilità. Questa vittoria non è la mia, sono un dirigente del Pd, ma non sono stato in prima linea in tutta la campagna per le Europee”.
Adesso anche lei tesse grandi elogi del premier: possiamo definirla renziano?
“Questi sono divertimenti di voi giornalisti”.
E allora cos’è?
“Fassiniano”.
Fonda una sua corrente?
“Resto me stesso. Non salgo su nessun carro del vincitore, non voglio poltrone. E ragiono con la mia testa. Continuo, ad esempio, a pensare che puntare consolidare il 40 per cento con la Terza via di Blair vorrebbe dire andare a sbattere”.
Fassina, lei definiva Renzi “il portaborse di Pistelli che ripete a pappagallo le ricette della destra”.
“Ricordo perfettamente, ma lui aveva detto che io non prendevo nemmeno i voti del mio condominio. Comunque è roba vecchia”.
E infatti ora dice: “Renzi è stato il nostro valore aggiunto”.
“Le dirò di più: Matteo ha capito più e meglio di noi la fine di una stagione, intuendo che stava avvenendo un passaggio d’epoca: è un grande merito. Glielo riconosco”.
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Foto: LaPresse/Mauro Scrobogna
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