Martedì 12 novembre il governo ha presentato i risultati della consultazione pubblica sulle riforme, un’iniziativa che per tre mesi – dall’8 luglio all’8 ottobre – ha dato la possibilità ai cittadini italiani di esprimersi sulle modifiche da fare all’ordinamento istituzionale italiano. La necessità di intraprendere riforme costituzionali impegnative è al centro del dibattito politico italiano da molti anni, anche se, nonostante le molte discussioni, poco è stato intrapreso nel concreto.
Il governo ha definito “un successo” l’iniziativa conclusa a ottobre, descritta come “un modello di partecipazione democratica dal basso”, e ha detto che sono stati compilati oltre 200.000 questionari. Al comunicato di presentazione dei risultati finali sono allegati diversi PDF che riassumono i numeri e i risultati dell’iniziativa.
Il sito partecipa.gov.it, promosso dal ministero delle Riforme (l’attuale ministro è il senatore PdL Gaetano Quagliariello), proponeva due questionari, uno breve e uno più approfondito, con domande a risposta multipla. Tra i quesiti ce ne erano alcuni sul presidenzialismo, sulla modifica del bicameralismo perfetto, sui sistemi per migliorare l’efficienza dei parlamentari, sui modi per rendere più efficace lo strumento dei referendum abrogativi e per rendere più efficienti le amministrazioni locali, con l’abolizione delle province e l’accorpamento dei comuni. Il secondo questionario approfondiva ulteriormente questi temi e sul sito erano disponibili materiali e informazioni per capire meglio le domande, che si portavano dietro una certa complessità e diverse conseguenze.
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