Lunedì 11 novembre Avigor Lieberman, capo del partito israeliano di destra ultraconservatore Yisrael Beitenu, ha giurato come nuovo ministro degli Esteri di Israele. La nomina di Lieberman, che è stata confermata lunedì dal parlamento con 62 voti a favore e 17 contrari, era stata ampiamente annunciata dal primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, il 6 novembre scorso, dopo che un tribunale di Gerusalemme aveva assolto lo stesso Lieberman dalle accuse di frode e “breach of trust” (un capo d’accusa del diritto anglosassone, simile al nostro abuso d’ufficio).
Lieberman è stato ministro degli Esteri di Israele fino al 14 dicembre scorso, quando diede le sue dimissioni dopo la formalizzazione delle accuse contro di lui. Da allora il suo incarico è stato ricoperto ad interim da Netanyahu, in attesa della sua assoluzione.
Lieberman ha 55 anni ed è il capo di una delle forze politiche più importanti del paese, che alle ultime elezioni di gennaio si è alleato con Likud, il partito di Netanyahu. Lieberman è conosciuto soprattutto per le sue posizioni molto rigide sui negoziati di pace tra Israele e Palestina: un suo ritorno al ministero degli Esteri, scrive Reuters, potrebbe complicare ancora di più lo stato attuale dei colloqui, già molto precario. Lieberman è piuttosto noto nella diplomazia internazionale anche per alcune dichiarazioni che hanno fatto molto discutere: tra le altre, ha paragonato il primo ministro turco, Recep Tayyip Erdogan, al ministro della propaganda del regime nazista, Joseph Goebbels, e ha chiesto in diverse occasioni le dimissioni del presidente palestinese Mahmud Abbas.
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