<p>Foto Roberto Monaldo / LaPresse<br /> 20-09-2012 Roma<br /> Interni<br /> Trasmissione tv &#8220;Porta a Porta&#8221;<br /> Nella foto Franco Fiorito</p> <p>Photo Roberto Monaldo / LaPresse<br /> 20-09-2012 Rome<br /> Tv program &#8220;Porta a Porta&#8221;<br /> In the photo Franco Fiorito</p>

Franco Fiorito è stato arrestato

Indagato per peculato, l'ex capogruppo del PdL in Lazio è stato trasferito in carcere stamattina dopo un'operazione della Guardia di Finanza

Franco Fiorito, consigliere regionale del Lazio ed ex capogruppo in regione del Popolo della Libertà, è stato arrestato dal nucleo di polizia valutaria della Guardia di Finanza. Nell’ordinanza di custodia cautelare, scrive Fiorenza Sarzanini sul Corriere, “si evidenzia il pericolo di fuga e l’inquinamento probatorio. Sono in corso perquisizioni nelle sue abitazioni”, Fiorito è stato già trasferito in carcere. La Procura di Roma contesta all’ex capogruppo l’appropriazione di circa 1,3 milioni di euro, dice l’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Stefano Aprile. Al Messaggero risulta siano indagati anche due segretari dell’ex capogruppo.

Fiorito è stato al centro delle cronache politiche delle ultime settimane in Lazio: è indagato per peculato dalla procura di Roma, sospettato di avere utilizzato a scopi privati parte dei fondi destinati dalla regione per l’attività politica del gruppo consiliare. La vicenda ha portato lo scorso 27 settembre alle dimissioni del presidente della regione, Renata Polverini. Fiorito è indagato anche a Viterbo per calunnia e falso, insieme ai membri del coordinamento regionale del PdL. Fiorito potrebbe essere sentito dai magistrati già domani mattina.

Carlo Taormina, l’avvocato difensore di Fiorito, ha spiegato dopo l’arresto che “accanto a Fiorito mancano 70 consiglieri”. Secondo Taormina, inoltre, l’accusa di peculato “non è pertinente” perché il denaro fu consegnato a un gruppo espressione di un partito, equiparato a una associazione privata, che poteva quindi disporne. “Al massimo si può trattare di appropriazione indebita” ha concluso Taormina, annunciando ricorso al Tribunale del riesame.

foto: Roberto Monaldo / LaPresse

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