Proprio sul suo più famoso e importante giornale, il Wall Street Journal, Murdoch interviene sulla storia con un’intervista pubblicata giovedì sera accusando i politici britannici di “totali bugie” e sostenendo che News International abbia “gestito la situazione molto bene sotto ogni aspetto” facendo solo “errori minori”. Secondo Murdoch l’ex premier britannico Gordon Brown avrebbe “sbagliato tutto” nelle sue accuse contro i giornali che sono sospettati di averlo sorvegliato illecitamente per dieci anni: “eravamo amici”, dice Murdoch, fino a quando il Sun non decise di togliergli il suo appoggio.
Murdoch ha anche deciso infine, sotto fortissme pressioni da molte parti e persino minacce di arresto, di presentarsi all’audizione di martedì di fronte alla Commissione Cultura della Camera che ha convocato lui, suo figlio James e Rebekah Brooks, il capo di News International che era direttore del Sun prima e del News of the World poi, al tempo di molti dei fatti contestati. James Murdoch ha mandato una lettera alla commissione in cui, con toni simili a quelli usati da Brooks, chiede che l’audizione “non comprometta” il lavoro contemporaneo dell’inchiesta di polizia.
La giornata di ieri aveva avuto un’altra notizia forte: l’arresto dell’ex vice direttore del News of the World, Neil Wallis, di cui si è scoperto nelle ore successive che era stato assunto come consulente sulla comunicazione proprio da parte della polizia britannica, già sotto accusa per le sue connivenze con le pratiche illecite da parte dei giornali in questione. Il “commissioner” della Metropolitan Police Paul Stephenson sarà anche lui ascoltato martedì dalla Commissione Cultura della Camera dei Comuni.
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