Giuliano Ferrara, direttore del Foglio, aveva scritto ieri un editoriale proponendo una discussione “equilibrata” sulla fine del berlusconismo. Gli avevano risposto rapidamente Luca Sofri, direttore del Post, e Christian Rocca, ex giornalista del Foglio oggi al Sole 24 Ore, entrambi sui loro blog. Il Foglio ha poi raccolto altri pareri in rete, e oggi Giuliano Ferrara replica sul giornale alle considerazioni di Luca Sofri.
Caro Luca, l’Italia non è in rovina. E’ stata governata un po’ da Berlusconi e un po’ dalla sinistra ulivista e unionista, a parte i due anni Dini-Scalfaro. E’ la solita Italia, bene e male intrecciati. Le rivoluzioni liberali le promettono tutti, D’Alema non fece eccezione, e tutti se le rimangiano, et pour cause. Non cresce l’economia, e questo dipende da vincoli strutturali che qualunque governo affronterà nello stesso identico modo di quelli che lo hanno preceduto, verbalismi e retoriche a parte, credo malamente. Al Capranica ho citato un couplet di Malaparte che spiega tutto: “L’italiano non si cura / della legge di natura / ma talvolta lui corregge / la natura della legge”. Che c’è da aggiungere? Non mi candido ad arbitro di alcunché, non è nella mia natura. Ho cercato di dire una cosa semplicissima, partendo non già da indulgenza verso il berlusconismo ma da condivisione e corresponsabilità, a tratti entusiastica, a tratti malinconica, e anche da una delusione strategica verso il suo tentativo insabbiato di sconfiggere l’arcigno partito dei magistrati combattenti e una tendenza forcaiola con manifestazioni di teppismo politico, falso puritanesimo profetico e gossiparo e altre schifezze.
(continua a leggere sul sito del Foglio)
– La precedente risposta a Ferrara di Luca Sofri
– La precedente risposta a Sofri di Christian Rocca