I colloqui di adesione sono iniziati sei anni fa e sono stati particolarmente lunghi rispetto a quelli degli stati ex-comunisti centro-europei, come Ungheria e Repubblica Ceca, entrati nell’Unione nel 2004. Dopo l’adesione di Romania e Bulgaria nel 2007, i criteri per entrare nell’Unione Europea sono diventati molto più selettivi e la Croazia ha dovuto raggiungere degli obiettivi di lotta alla corruzione molto alti e riformare il proprio sistema giudiziario. I colloqui sono stati rallentati anche dalla scarsa disponibilità del paese a ricercare e consegnare i criminali di guerra al Tribunale Penale Internazionale dell’Aia per l’ex Jugoslavia, e dalla disputa sui confini marittimi con la vicina Slovenia. La Slovenia aveva posto il veto, che ha ritirato nel 2008 dopo il superamento della questione sui confini.
Ora Francia, Regno Unito e Paesi Bassi hanno chiesto che nei prossimi due anni siano effettuati continui controlli sul livello di corruzione e sul sistema giudiziario in Croazia. Se tutto andrà bene il paese entrerà nell’UE segnando una svolta e aprendo la strada anche agli altri paesi balcanici. Il prossimo a rilanciare i negoziati potrebbe essere la Serbia, dopo la cattura e la consegna al Tribunale dell’Aia di Ratko Mladic.
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