Japanese soldiers and workers remove debris from roads in Otsuchi, Iwate Prefecture, on March 24, 2011, after the recnet earthquake and tsunami disaster. The number of people confirmed dead or listed as missing in Japan rose above 26,000, nearly two weeks after a massive earthquake and tsunami struck the country's northeast coast. There are fears of a much higher toll from the disaster, which flattened entire towns along the Pacific coast of northern Honshu island. AFP PHOTO/Toru YAMANAKA (Photo credit should read TORU YAMANAKA/AFP/Getty Images)

Rimettere a posto il Giappone

Non si può riparare tutto in sei giorni, come l'autostrada: le foto di una proibitiva operazione di sgombero e ricostruzione

Stanno facendo il giro del mondo le immagini dell’autostrada giapponese ricostruita dopo appena sei giorni dal violento terremoto dello scorso 11 marzo. È uno straordinario ed esemplare esempio di efficienza, ma non è che le cose siano ovunque così semplici: intere cittadine sono state quasi completamente rase al suolo, l’acqua del mare ha trasportato detriti e macerie dapppertutto e alcuni di questi, come sappiamo, sono particolarmente complicati da rimuovere. Barche sulla terraferma, macchine in acqua, case alla deriva e tutto quanto. In più c’è sempre il pericolo delle contaminazioni radioattive, che impongono particolare attenzione con la pulizia di mezzi e superfici. Insomma, è dura, ma il Giappone sta provando a rimettersi a posto.

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