Qualcosa si muove sul fronte delle inchieste contro l’inquinamento procurato dall’Ilva di Taranto, di cui il Post aveva raccontato qui. Ne scrive oggi Repubblica.
A Taranto qualcuno starebbe provocando volontariamente un disastro ambientale, buttando in aria fumi, diossine, benzoapirene, in sostanza veleni, facendo così ammalare e poi morire molta, troppa gente. Quegli stessi fumi starebbero lentamente inquinando la catena alimentare, e così i veleni di Taranto finiscono sulle tavole di tutta Italia.
Questo qualcuno sarebbe Emilio Riva, il padrone delle acciaierie Ilva, il primo azionista di Alitalia, che insieme a suo figlio Nicola, il direttore dello stabilimento Luigi Capogrosso e il responsabile di uno dei reparti dello stabilimento siderurgico, Angelo Cavallo è accusato dalla procura di Taranto di disastro doloso, avvelenamento di sostanze alimentari, getto e sversamento pericoloso di cose, più una serie di altri reati sugli infortuni del lavoro. A muovere la nuova accusa è il procuratore capo di Taranto, Franco Sebastio, che sull’Ilva indaga ormai da vent’anni.
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