Le urne delle prime elezioni in vent’anni si sono chiuse in Birmania alle quattro del pomeriggio locali (in Italia era mezzogiorno). Come racconta l’inviato canadese del Globe and Mail Mark McKinnon – uno dei più preparati sulle cose asiatiche – il conteggio dei voti è in corso e non si sa quando si completerà. I primissimi risultati diffusi dal quotidiano in esilio Irrawaddy danno sei seggi attribuiti ai due partiti di governo e uno all’opposizione del Fronte Democratico Nazionale (sono 1158 in tutto). Ma il maggiore partito di opposizione, la LegaNazionale per la Democrazia, ha chiesto ai suoi simpatizzanti di boicottare le elezioni e sarà interessante il dato di partecipazione diffuso dalle autorità. I partiti registrati alle elezioni sono in tutto 37.
La vittoria dell’attuale giunta è data per scontata, considerata la totale mancanza di libertà e informazione democratiche in Birmania: stamattina anche il presidente degli Stati Uniti Barack Obama aveva denunciato come inaccettabili le elezioni e i loro risultati. L’altra notizia attesa per i prossimi giorni è quella che riguarda l’eventuale liberazione del premio Nobel per la Pace Aung San Suu Kyi, annunciata più volte come possibile dopo le elezioni.
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