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  • Venerdì 31 gennaio 2014

La lettera di Laura Boldrini a Enrico Letta sull’abuso dei decreti legge

La presidente della Camera ricorda che solo a febbraio ne scadranno sei, e questo crea problemi e tensioni in Parlamento

Lower Chamber President Laura Boldrini leaves the Quirinale presidential palace on April 23, 2013 in Rome after talks with Italian President Giorgio Napolitano. Italian President Giorgio Napolitano began today a round of consultations with political leaders following his re-election in a new bid to end a two-month deadlock on forming a government. AFP PHOTO / ANDREAS SOLARO (Photo credit should read ANDREAS SOLARO/AFP/Getty Images)
Lower Chamber President Laura Boldrini leaves the Quirinale presidential palace on April 23, 2013 in Rome after talks with Italian President Giorgio Napolitano. Italian President Giorgio Napolitano began today a round of consultations with political leaders following his re-election in a new bid to end a two-month deadlock on forming a government. AFP PHOTO / ANDREAS SOLARO (Photo credit should read ANDREAS SOLARO/AFP/Getty Images)

Laura Boldrini, presidente della Camera, ha scritto oggi al presidente del Consiglio Enrico Letta dicendosi preoccupata per l’uso eccessivo che il governo sta facendo dei decreti legge (un problema vecchio e noto nella politica italiana, più volte criticato anche da Napolitano). Nella lettera, che arriva alla fine di una settimana piuttosto difficile per il Parlamento, Boldrini fa notare come la quantità e la natura eterogenea dei decreti legge su cui il Parlamento si trova a dover votare crea tensione tra i diversi gruppi parlamentari; inoltre, spiega la lettera, a febbraio scadranno sei decreti legge e questo renderà molto difficile la programmazione dei lavori della Camera.

Caro Presidente, desidero rappresentarLe una forte preoccupazione istituzionale derivante dalle oggettive difficoltà – se non impossibilità – di organizzare i lavori della Camera dei deputati a causa del ricorso sempre più frequente allo strumento del decreto legge da parte del Governo. E ciò anche alla luce delle misure cui sono stata costretta a far ricorso nella giornata di mercoledì scorso al fine di garantire, nel rispetto dei principi costituzionali, la messa in votazione del disegno di legge di conversione del decreto legge n. 133 del 2014, prima della scadenza del termine di efficacia del provvedimento previsto dall’articolo 77 della Costituzione.

Allo stato, pendono presso le Camere complessivamente 9 disegni di conversione di decreti legge; di questi, ben 6 hanno il termine di scadenza nel mese di febbraio 2014.

E’ noto che tale situazione, unita al carattere spesso eterogeneo del contenuto dei decreti, genera tensioni nel rapporto tra maggioranza e gruppi di opposizione; essa incide anche – come è sotto gli occhi di tutti in questi giorni – molto negativamente sull’ordinato svolgimento dei lavori parlamentari, rendendo di fatto assai difficile una razionale programmazione dei lavori stessi, anche alla luce dell’attuale assetto regolamentare che disciplina la procedura di esame dei decreti stessi.

Tutto ciò, peraltro, come ripetutamente rilevato anche da parte dei gruppi parlamentari, costringe di fatto l’Assemblea – chiamata a convertire entro il termine costituzionale una mole così ingente di decreti legge – a concentrarsi pressoché esclusivamente nell’esame dei provvedimenti di urgenza, a scapito dell’esame di altri progetti di legge, anche di iniziativa parlamentare.

Ho inteso rappresentarLe quanto sopra, affinché il Governo possa valutare l’opportunità di un uso più appropriato dei vari strumenti normativi a sua disposizione.