I risultati delle primarie parlamentari

Quello che si sa, regione per regione, in attesa dei risultati ufficiali

Sabato e domenica si sono votate le primarie per definire le liste dei parlamentari del Partito Democratico e di Sinistra Ecologia Libertà. Ieri sera il responsabile organizzativo del PD Nico Stumpo ha detto che le primarie per i parlamentari sono state “uno straordinario successo” e che, anche se non c’erano ancora risultati definitivi, ci si attendeva un dato dell’affluenza superiore a un milione di persone.

Ieri si è votato in 11 regioni: Basilicata, Emilia Romagna, Friuli, Lazio, Marche, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Trentino e Veneto. Sabato 29 si è votato in Abruzzo, Alto Adige, Calabria, Campania, Liguria, Lombardia, Molise, Piemonte e Umbria. Il sito del PD informa che ogni provincia trasmetterà i risultati “una volta espletate tutte le formalità e i conteggi” al sito ufficiale delle primarie che però, oltre dodici ore dopo la chiusura dei seggi, non aveva ancora pubblicato alcun dato sui risultati. I risultati saranno resi disponibili ufficialmente il 2 gennaio.

Come già ieri, aiutandosi con i dati raccolti dalla stampa – in particolare dall’Unità – ci si può però iniziare a fare un’idea dei risultati. La premessa è la stessa: il numero esatto dei parlamentari che saranno eletti nel Partito Democratico dipenderà naturalmente da quanti voti otterrà il PD alle elezioni (secondo l’attuale legge elettorale, se sarà il primo partito otterrà 340 seggi alla Camera) e c’è una quota riservata al segretario e sicuramente eletta: gli oltre 40 capilista e un altro centinaio di persone.

Non è detto quindi che chi ha ottenuto un piazzamento basso alle primarie (diciamo al terzo o al quarto posto in ogni circoscrizione) sia automaticamente escluso dal prossimo Parlamento. Chi ha avuto un secondo posto avrà buone probabilità di venire eletto comunque, ne avrà pur sempre qualcuna chi è arrivato terzo, mentre sarà molto difficile per chi è arrivato quarto. Qui potete trovare una spiegazione dettagliata.

Questo è un riassunto dei risultati nelle regioni dove si è votato il 29:

Abruzzo
Hanno votato circa 30 mila persone: il quotidiano locale Il Centro scrive che il più votato della regione è stato il senatore uscente Giovanni Legnini, con 3570 voti. La seconda è l’ex presidente della Provincia dell’Aquila, Stefania Pezzopane, che ha preso 3.159 voti. Il quotidiano sottolinea che i candidati senza esperienza in Parlamento – ma solitamente con ruoli nelle amministrazioni locali – hanno superato in diversi casi i deputati e i senatori uscenti.

Alto Adige
La provincia autonoma di Bolzano votava il giorno prima di quella di Trento. C’erano cinque candidati, hanno votato in totale circa 1300 persone e ha vinto la deputata uscente Luisa Gnecchi, con una lunga carriera anche nella politica locale altoatesina.

Calabria
Il presidente del Partito Democratico Rosy Bindi, 61 anni e parlamentare da 18, era tra chi ha chiesto la deroga al partito per ricandidarsi e si è presentata a Reggio Calabria, benché sia toscana: è arrivata seconda con circa 7.500 voti, dietro al consigliere regionale Demetrio Battaglia. Il deputato uscente Nicodemo Oliverio ha ottenuto 8.257 preferenze sugli 8.547 voti validi in provincia di Crotone (c’erano tre candidati e gli altri due erano donne, il che spiega parzialmente il risultato). In provincia di Cosenza, il candidato Mario Maiolo ha parlato di “tante irregolarità” che hanno “rovinato” il voto, ma il segretario regionale del PD e la stessa Bindi hanno risposto che non ci sono stati sicuramente problemi tali da annullare le primarie.

Campania
La senatrice uscente Anna Maria Carloni non è stata rieletta, scrive l’Unità. Carloni è moglie dell’ex governatore della Campania, Antonio Bassolino, e ha una lunga carriera politica alle spalle (dal 2006 è in Parlamento). Al primo posto a Napoli e provincia è arrivata quasi certamente Valeria Valente, ex assessore nel comune di Napoli. A Salerno, per cui la stessa Unità ha pubblicato la lista dei risultati definitivi, non sono stati rieletti i parlamentari uscenti Antonio Cuomo e Alfonso Andria.

Liguria
Anche qui “diverse solide conferme e alcune straordinarie sorprese”, come scrive il Secolo XIX. A Imperia e Savona sono state le più votate due donne senza precedenti esperienze in Parlamento, rispettivamente Donatella Albano, “la consigliera comunale che a Bordighera denunciò le infiltrazioni della mafia”, e l’ex segretario regionale della CGIL Anna Giacobbe. A Genova, invece, dove il clima nel partito è notoriamente molto difficile per via delle complicate primarie per il sindaco di qualche mese fa, ha ottenuto il maggior numero di voti una delle protagoniste di quelle primarie, la senatrice uscente Roberta Pinotti. Nel capoluogo è stato riconfermato anche il deputato Mario Tullo. Il responsabile Giustizia del PD nazionale, Andrea Orlando, ha ottenuto un ottimo risultato in provincia di La Spezia.

Lombardia
La partecipazione nella regione è stata relativamente bassa, 100 mila persone, ma è considerato comunque un buon risultato. C’erano molti candidati – quasi quaranta per la sola provincia di Milano – e anche senza i risultati definitivi sono confermate gran parte delle voci di ieri: la parlamentare uscente Barbara Pollastrini ha ottenuto il maggior numero di preferenze a Milano e provincia, Pippo Civati, consigliere regionale uscente e blogger del Post è arrivato primo in provincia di Monza e Brianza, mentre Giorgio Gori – uno dei principali consiglieri di Matteo Renzi nella campagna delle primarie – è arrivato quarto in provincia di Bergamo, con un risultato inferiore alle aspettative, come ha riconosciuto lui stesso.

Una nota a parte merita il caso di Miriam Cominelli di Nuvolera, in provincia di Brescia. È stata uno dei candidati alle parlamentarie del PD più votato in assoluto e un “nome nuovissimo”, come scrive Repubblica: di area bersaniana, ha superato tutti gli esponenti locali del partito nella sua provincia con quasi 6.500 preferenze.

Piemonte
L’ex ministro del Lavoro Cesare Damiano è stato il più votato in provincia di Torino (e in tutto il Piemonte, in cui hanno votato circa 23.500 persone) con circa seimila voti. Al secondo posto nel capoluogo è arrivata la segretaria del PD di Torino Paola Bragantini. La Stampa scrive però che la partecipazione è stata più alta nelle altre province e che questo ha favorito in generale i candidati con esperienza nella politica locale, penalizzando i parlamentari uscenti: diversi di loro – Pietro Marcenaro, Magda Negri, Fabrizio Morri – hanno ottenuto risultati molto bassi e probabilmente non saranno rieletti.

Molise
Nella regione hanno votato circa 4.300 persone. L’ANSA scrive che in provincia di Campobasso ha vinto l’ex parlamentare (dal 2001 al 2008) Roberto Ruta, con 1.355 voti, mentre in provincia di Isernia ha vinto il segretario regionale del PD, Danilo Leva, che ha ottenuto 1.254 voti.

Umbria
In provincia di Perugia ha vinto il deputato uscente Gianpiero Bocci (con circa settemila voti). A Terni, invece, ha vinto Gianluca Rossi. Nel PD umbro i risultati hanno avuto l’effetto di provocare parecchia confusione e polemiche all’interno del partito: il segretario regionale Lamberto Bottini – arrivato penultimo – si è dimesso con una lettera molto dura in cui accusava indirettamente il sindaco di Perugia e altri esponenti di “atteggiamento protagonista e pervasivo” che ha influenzato le primarie.

E questo invece è quello che si sa a proposito delle regioni dove si è votato il 30:

Basilicata
Nella regione c’è stata un’affluenza piuttosto bassa e c’erano ben 18 candidati, 10 in provincia di Potenza e otto in provincia di Matera. Non si conoscono ancora risultati definitivi a livello provinciale o regionale, ma solo di qualche sezione locale.

Emilia Romagna
Hanno votato più di 150 mila persone e si conoscono già diverse cose sui risultati. In generale, sono arrivati in ottime posizioni candidati molto giovani: il caso definito “più clamoroso” è quello di Enzo Lattuca, 24 anni, consigliere comunale di Cesena, che ha raccolto 3.918 voti e si è piazzato in una posizione sicura nella sua provincia. A Modena un caso analogo è quello di Giuditta Pini, 28 anni, segretaria provinciale dei Giovani Democratici, che ha raccolto 7.103 preferenze. In quella provincia il risultato migliore però è stato quello di Matteo Richetti, ex presidente del consiglio regionale dell’Emilia Romagna, uno dei principali collaboratori di Matteo Renzi.

A Bologna ha vinto l’ex segretario provinciale del PD Andrea De Maria, mentre in provincia di Ravenna, dove vive, è arrivata prima l’ex campionessa olimpica di canoa Josefa Idem, che da molti anni è impegnata in politica.

Lazio
Nel Lazio hanno votato oltre 70 mila elettori, circa il 30 per cento degli aventi diritto. I risultati parziali danno alle prime posizioni diversi nomi noti del PD a livello nazionale, tra cui il responsabile economico del partito Stefano Fassina e il responsabile cultura Matteo Orfini. Stando a quello che si sa, Fassina è stato il candidato più votato con oltre 11.000 preferenze e anche Orfini ha ottenuto un buon posizionamento, così come i due candidati “renziani”, Roberto Giachetti e Lorenza Bonaccorsi: entrambi dovrebbero andare in Parlamento.

Friuli
Come successo in diverse altre regioni, in Friuli i risultati hanno penalizzato diversi parlamentari uscenti. Il Messaggero Veneto riassume così la situazione: “A Udine il senatore Carlo Pegorer è quarto, quinto il deputato Ivano Strizzolo. Buon risultato per il triestino Ettore Rosato che nella sua città ha fatto l’en plein. A Pordenone invece i renziani spazzano gli altri.” Rosato è un deputato uscente, ma a Udine, per esempio, davanti a Pegorer e Strizzolo sono arrivati tre politici con incarichi locali: la più votata è stata il sindaco di Pontebba, Isabella De Monte, con 2.228 voti.

Marche
Il Corriere Adriatico parla sul giornale di oggi di “flop dei big”, in particolare per il penultimo posto su sette candidati del deputato uscente Mario Cavallaro, nonché per il risultato deludente a Pesaro del presidente del Consiglio regionale Solazzi.

Puglia
In Puglia erano candidati diversi nomi molto noti della politica nazionale: Anna Finocchiaro – una parlamentare con 25 anni di esperienza, siciliana, capogruppo del PD al Senato, che aveva chiesto la deroga per ricandidarsi – è stata la più votata su otto candidati nelle primarie di Taranto e provincia, con oltre cinquemila preferenze. Un altro volto noto del PD, Francesco Boccia, ha vinto nettamente le primarie nella provincia di Barletta-Andria-Trani. Mancano però diversi dati, perché lo spoglio nella regione è particolarmente lento.

Sicilia
L’Unità riassume così la situazione, anche se i dati non sono ufficiali: a Palermo avrebbe vinto chiaramente il renziano Davide Faraone. Al secondo posto Magda Culotta, ventisettenne sindaco di Pollina, e terza la capogruppo in Consiglio comunale Teresa Piccione. Gli altri tre parlamentari che si sono presentati in cerca di rielezione sono arrivati tutti dopo, a differenza di quanto successo in altre province: a Trapani, ad esempio, il parlamentare uscente Papania ha riottenuto la candidatura.

Sardegna
Nei risultati della Sardegna ci sono state molte novità e, come scrive l’Unione Sarda, il “trionfo delle donne” e la “vittoria delle donne sindaco”. La più votata a Cagliari è stata infatti il sindaco di Sadali Romina Mura, mentre a Sassari ha vinto il sindaco di Solinas, Giovanna Sanna. Diversi parlamentari uscenti hanno ottenuto risultati piuttosto alti nelle liste delle loro province, ma con alcune eccezioni, come il senatore uscente Francesco Sanna e la deputata uscente Amalia Schirru.

Toscana
Hanno votato circa 120 mila persone. Notevole il risultato di Firenze, dove hanno votato più di 30 mila persone: ha vinto Elisa Simoni, 39 anni, che è l’attuale assessore al Lavoro della Provincia ed è considerata una bersaniana. L’Unità scrive che nei primi sei posti della lista, considerati “sicuri” per l’elezione, ci sono tre renziani (il vicesindaco Dario Nardella, l’assessore Rosa Maria di Giorgi e il presidente del consiglio provinciale David Ermini) e altrettanti bersaniani, Filippo Fossati, e la parlamentare uscente Tea Albini e Lorenzo Becattini. Sono arrivati ultimi tra gli undici candidati i senatori uscenti Achille Passoni e Vittoria Franco. Per la regione sono già disponibili quasi tutti i risultati definitivi.

Trentino
In provincia di Trento, dove si è votato il giorno dopo rispetto alla provincia di Bolzano, c’è stata una conferma e una sorpresa, come scrive il Corriere delle Alpi. C’erano quattro candidati e ha vinto il segretario del PD locale, Michele Nicoletti, con oltre 3500 voti. Ma al secondo posto, diversamente dalle attese, non c’è la deputata uscente Laura Froner (terza) bensì la roveretana Elisa Filippi, coordinatrice dei comitati Renzi per il Trentino, con 2632 voti.

Veneto
Nel Veneto non sono ancora noti i risultati definitivi, ma a Verona il più votato sembra essere stato il bersaniano Diego Zardini, capogruppo in Consiglio provinciale. A Venezia, invece, il risultato preciso è incerto ma ai primi tre posti ci dovrebbero essere il segretario provinciale del PD Michele Mognato e i senatori uscenti Felice Casson e Marco Stradiotto.