Settembre in procura

Claudia Fusani sull'Unità fa il punto della situazione su cosa succederà a breve nei processi Mediatrade, Mills, Ruby, Milanese e P4

Oggi sull’Unità c’è un articolo di Claudia Fusani che fa un utile punto della situazione su un po’ di cose che succederanno il mese prossimo tra varie procure italiane. Con i loro riflessi parlamentari, vedi il passaggio alla Camera della legge sulle intercettazioni telefoniche già approvata l’anno scorso dal Senato.

Ognuno ha la sua “Irene” nelle forme e nei modi che le latitudini consentono. L’uragano processual-giudiziario-politico italiano scatenerà il massimo della sua potenza tra settembre e ottobre, con un livello che ancora non conosce unità di misura. Non avrà solo la violenza della crisi economica e della speculazione; né solo la capacità distruttiva dello scontro interno Bossi-Maroni; nemmeno sarà accompagnato solo dal rombo sinistro delle lotte fratricide innestate da Berlusconi con l’affidamento ad Alfano della mission quasi impossible della rinascita del Pdl.

La nostra “Irene” autunnale avrà anche e, ancora una volta, soprattutto le forme e i modi delle inchieste giudiziarie. Una tempesta che, per dirla con le parole di un maggiorente del Pdl, «otterrà l’effetto di far approvare in tempi brevissimi la legge sulle intercettazioni». E se palazzo Chigi teme come la peste la pubblicazione delle intercettazioni Berlusconi-Tarantini-Lavitola raccolte dalla procura di Napoli, i vertici del Pd vivono con ansia il deposito degli atti dell’inchiesta di Monza sul sistema di affari e corruzione a Sesto San Giovanni («Penati e i suoi erano a capo di un direttorio finanziario democratico, un sistema di corruzione attivo per 15 anni» scrive il gip).

Il disegno di legge sulle intercettazioni telefoniche, altrimenti noto come legge bavaglio, già approvato dal Senato nel giugno 2010, sarà in aula alla Camera entro la fine di settembre per l’approvazione definitiva (salvo modifiche al testo, possibili ma non scontate). Contrariamente agli uragani naturali che originano in un solo luogo, quello processual-giudiziario-politico ha più e diverse fonti.

C’è però un occhio dell’uragano: Napoli, che sembra ormai la Milano dei primi anni novanta, capitale moralizzatrice del paese nonostante sia solo un caso se vecchi amici si ritrovino oggi a operare lì: uno – Luigi De Magistris – come sindaco, gli altri – Henry John Woodcock, Francesco Curcio e Vincenzo Piscitelli – a fare i pubblici ministeri. Curcio e Woodcock sono titolari dell’inchiesta cosiddetta P4 sul grumo di potere di parlamentari (Alfonso Papa), lobbisti (Luigi Bisignani) e forze dell’ordine (carabinieri e alti ufficiali della Guardia di Finanza) che «promuovevano, costituivano e prendevano parte ad un’associazione a delinquere per commettere reati contro la pubblica amministrazione, per acquisire notizie riservate e segrete in merito ad alcuni procedimenti penali e informazioni su esponenti di vertice delle istituzioni e alte cariche dello Stato per poter poi fare pressioni e ricattare».

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