Arenaways vicina al fallimento

La società che voleva fare concorrenza a Trenitalia sulla tratta Milano-Torino si arrende e, dice Repubblica, "porta i libri in tribunale"

Arenaways è stata fondata a Torino nel 2006, è a capitale interamente privato e fa parte dell’Unione Internazionale delle Compagnie Ferroviarie. Sul territorio italiano, la società fa viaggiare già alcuni treni a lunga percorrenza provenienti da Amburgo, Hannover, Francoforte, Dusseldorf e diretti ad Alessandria in collaborazione con le ferrovie tedesche. Arenaways gestisce anche un collegamento da Amsterdam verso Alessandria e Livorno. Il suo fondatore, Giuseppe Arena, ha una lunga esperienza in campo ferroviario prima da dipendente delle Ferrovie dello Stato, poi da consulente e da promotore di iniziative turistiche sempre legate ai trasporti su rotaia in Italia. Nel 2003 partecipò alla fondazione della azienda ferroviaria per il trasporto merci Strade Ferrate del Mediterraneo, successivamente venduta alla Deutsche Bahn e poi diventata Railion Italia. La società si fuse poi con le ferrovie Nord Milano e Arena decise di dedicarsi al nuovo progetto di Arenaways. Dopo settimane di attese di permessi e autorizzazioni riguardo la tratta Torino-Milano, i soci hanno deciso di sfiduciare l’amministratore delegato e presto, scrive Repubblica, porteranno i libri in tribunale.

Dopo 9 mesi finisce il sogno di Arenaways, la prima compagnia privata che ha tentato di rompere il monopolio delle Fs con un servizio rivolto ai pendolari: la società molto probabilmente dovrà portare i libri in tribunale. A togliere la terra da sotto i piedi al fondatore e amministratore delegato, l´alessandrino Giuseppe Arena, sono stati i suoi compagni di avventura. Il cda, a maggioranza, ha deciso che poteva bastare, si erano già persi troppi soldi. Solo Arena si è opposto. Il treno che doveva portare un milione di passeggeri all´anno, sulla tratta Torino-Milano (ferma ad agosto) ne porta poche migliaia, colpa soprattutto, sostengono i viaggiatori, degli orari scomodi. «Le istituzioni non si occupano di noi – tuona il fondatore – Ferrovie ci fa la guerra e i pendolari non ci scelgono: ma io sono un imprenditore, per me azienda e posti di lavoro vengono al primo posto. A costo di rimetterci dei soldi». E in questa vicenda, cominciata quattro anni fa ma decollata, parzialmente, solo lo scorso novembre, sono già andati in fumo 10 milioni di euro solo per gli investimenti. Tre volte i dodici soci hanno messo mano al portafoglio per risanare il capitale. L´ultima, un mese fa: tre milioni di euro. Ma alla quarta richiesta hanno detto basta.

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