Abbassare la cresta, baby

La polemica sui premi ai calciatori è una polemica scema. Intanto perché se il principio per cui le cose si devono giudicare indipendentemente da chi le dice conoscesse una deroga, quella deroga dovrebbe essere Calderoli, uomo che rivendica per primo la gratuità incosciente delle sue iniziative. Poi perché si è trattato di una paraculata demagogica [...]

La polemica sui premi ai calciatori è una polemica scema. Intanto perché se il principio per cui le cose si devono giudicare indipendentemente da chi le dice conoscesse una deroga, quella deroga dovrebbe essere Calderoli, uomo che rivendica per primo la gratuità incosciente delle sue iniziative. Poi perché si è trattato di una paraculata demagogica proveniente dall’esponente di un partito che sta dimostrando di non saper costruire una manovra economica seria, e figuriamoci se sarà risolta dai soldi di Buffon. Infine, perché a quanto pare non ci sarebbe nessuno spreco di soldi pubblici nei premi ai calciatori: diverso sarebbe se con i tempi che corrono i soldi tolti alla ricerca, alla giustizia e alla scuola servissero come incentivo per far vincere i mondiali a persone che incentivi ne hanno a sufficienza.

Ma detto quindi che è una polemica scema, diciamo anche che fremere di indignazione su un’iniziativa della maggioranza di governo solo quando riguarda i suoi esagerati compensi non è tanto elegante. Cioè, uno poi si occupa d’altro, ma almeno un piccolo post lo scrive sul fatto che Cannavaro non risulta aver mai giudicato pubblicamente “ridicolo” il suo paese sui tagli alla scuola, sul conflitto di interessi, sulla qualità dell’informazione pubblica, sull’evasione fiscale o sullo stato delle carceri.


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