La tanica di Domitile Bankuwunguka, 56 anni, contadina.
L'oggetto è un dono dell’Alto Commissariato Onu per i rifugiati (Acnur) ricevuto nel campo profughi di Nduta, in Tanzania.
Costo: gratis.
Perché lo ha scelto: «Ho scelto questo oggetto perchè ogni giorno lo porto con me per andare a prendere l’acqua dal fiume Maragazi. E guardi che è un bel percorso! Impiego due ore per fare otto chilometri, quattro all’andata e quattro al ritorno. Ma mi piace, soprattutto quando mi trovo in riva al fiume, a scambiare segreti con la mia migliore amica Capitoline».
Nella foto, Domitile insieme alla sua ultima figlia, Alice, di un anno.
Burundi, agosto 2007 (© Andrea Frazzetta / LUZphoto)

La tanica di Domitile

«Ho scelto questo oggetto perché ogni giorno lo porto con me per andare a prendere l’acqua dal fiume Maragazi. E guardi che è un bel percorso! Impiego due ore per fare otto chilometri» [Continua]

Di Andrea Frazzetta

Buga Village, Burundi.

«Ho scelto questo oggetto perché ogni giorno lo porto con me per andare a prendere l’acqua dal fiume Maragazi. E guardi che è un bel percorso! Impiego due ore per fare otto chilometri, quattro all’andata e quattro al ritorno. Ma mi piace, soprattutto quando mi trovo in riva al fiume, a scambiare segreti con la mia migliore amica Capitoline».

Domitile Bankuwunguka, 56 anni, contadina.

Secondo un rapporto della Banca Mondiale sulla povertà nel mondo, il Burundi è in assoluto uno dei paesi più poveri del pianeta. Pochi anni fa sono stato inviato proprio qui per realizzare, insieme a una ONG, un reportage che raccontasse la vita quotidiana di chi vive con meno di un dollaro al giorno (in questo caso, poco più di sei centesimi). 
Così sono arrivato nel villaggio di Buga, poche capanne sparpagliate su una collina fangosa, sperduto nella regione più povera del paese. 
Per giorni non sono riuscito a scattare una foto che avesse un senso. Non riuscivo a discostarmi dell’inevitabile cliché dell’Africa affamata. Quell’iconografia inesorabile a cui piano piano stiamo diventando indifferenti. Ho iniziato a chiedermi come avrei potuto raccontare quello che succedeva lì a chi, seduto a casa sua, avrebbe sfogliato distrattamente le pagine di un giornale pieno di pubblicità. 
In Occidente avere denaro significa avere potere d’acquisto: accumuliamo beni, oggetti, simboli di benessere. 
Ma che oggetti ha chi vive con meno di un dollaro al giorno? Quali cose care custodisce e utilizza nella propria quotidianità?
 Ho chiesto agli abitanti di Buga di posare per me insieme alla cosa più preziosa che possedessero. E ognuno di loro mi ha raccontato la piccola storia che li legava a quel particolare oggetto. Queste sono le storie che ho ascoltato.

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