(Sean Gallup/Getty Images)

La parte sbagliata

C'è un momento in cui per decidere da che parte stare, l'analisi dei torti e delle ragioni è inutile e dannosa [Continua]

C’è un momento in cui per decidere da che parte stare, l’analisi dei torti e delle ragioni è inutile e dannosa. C’è un momento in cui la parte giusta non è quella innocente, ma quella con cui vogliamo stare, quella che ci assomiglia di più, quella che produrrebbe il mondo in cui preferiremmo e preferiamo vivere. Per questa ragione, in queste ore, è così fastidioso, almeno per me, leggere i distinguo, le contro-accuse sulle responsabilità di americani e europei, sul loro imperialismo, sugli errori e l’ipocrisia dell’Europa, sul senso di accerchiamento della Russia, sulla presenza di nazionalisti e nazisti in Ucraina. Tutti hanno delle ragioni, sempre. Se è per questo, Hitler era nato in Austria, qualche ragione per invaderla l’aveva. Ma le ragioni non bastano se stai dalla parte sbagliata, se il mondo in cui credi, che hai costruito e che vuoi costruire non contempla i diritti civili e di opinione, la libertà, la democrazia. E tutti hanno torto, sempre, perché niente è perfetto, mai. Le democrazie occidentali non hanno realizzato gran parte di quello che promettono nelle loro Costituzioni: l’uguaglianza, il diritto alla salute per tutti, i diritti di molti. Riconoscerlo è doveroso, ma ripeterlo è inutile. Ci sono momenti in cui, semplicemente, bisogna decidere se stare con la democrazia o con la dittatura.

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