Uno dei tanti misteri inutili che talvolta bussano alle nostre porte è “perchè si canta sotto la doccia?”. Il San Francisco Exploratorium suggerisce che la nostra voce “suona meglio” in un piccolo spazio come la doccia, in quanto il suono riflettendosi sui muri si arricchisce migliorando sia i bassi che il volume. Altri sostengono che sia il senso di sicurezza e di totale privacy che ci porta ad esprimerci vocalmente senza timore.
Per chi vuole davvero la risposta alla domanda, la moderna doccia nasce nella prigione di Bonne-Nouvelle (Rouen, Francia) nel 1872, circa quaranticinque anni dopo la morte di Beethoven. Io continuo a vederlo sotto la doccia in ogni caso, mentre pensa (cazzo, pensa) ad alta voce questo, e concordo che “…dal tubare della colomba allo scrosciare della tempesta, dall’impiego sottile dei sagaci artifici al tremendo limite in cui la cultura si perde nel tumultuante caos della natura, egli ovunque è passato, tutto ha sentito. Chi verrà dopo di lui non continuerà, dovrà ricominciare, perché questo precursore ha condotto l’opera sua fino agli estremi confini dell’arte. » (Franz Grillparzer, orazione funebre, 29 marzo 1827)
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