La gente fa schifo sempre

In vent’anni di manifestazioni pro-magistrati non c’era mai stato problema, ora però il corteo non simpatizzava apertamente per le toghe ed ecco che Livia Pomodoro e Giuseppe Tarantola, rispettivamente presidenti del Tribunale e della Corte d’Appello di Milano, hanno vergato una circolare a uso interno e hanno parlato di «fastidio» e di «intralcio» all’attività giudiziaria. L’hanno fatto con un comunicato stupefacente – mai visto niente del genere in tanti anni – e vale la pena di soppesarlo parola per parola. Era diretto «a tutti i magistrati e a tutto il personale amministrativo» e, per i cultori del magistratese, ecco l’incipit: «Oggetto: manifestazione odierna al Palazzo di Giustizia in data odierna. La situazione odierna di manifestazione esterna al Palazzo di Giustizia…». Limitiamoci a dire, qui, che se le ripetizioni fossero reato potrebbero dargli la continuazione.

Ma entriamo nel vivo: «La situazione odierna di manifestazione esterna al Palazzo di Giustizia è per tutti noi fastidiosa e costituisce obiettivo alla normale attività giudiziaria». E perché? In che modo? Non si dice, si prosegue: «Intendiamo protestare con le autorità competenti al fine di evitare il disagio per coloro che quotidianamente frequentano il Palazzo di Giustizia e, ovviamente, per assicurare la dovuta dignità a coloro che amministrano la giustizia a Milano». Interessante: di che disagio si parla? Problemi di parcheggio? Di accesso? C’era coda al bar? Non è chiaro neanche questo, par di capire tuttavia che il «disagio» e la lesa «dignità» siano consistiti in pratica nella manifestazione di per sé. È strano, perché tutto si è svolto rigorosamente all’esterno del palazzaccio di Giustizia: niente a che vedere, per capirci, con la ressa e le telecamere del mitico «processo Cusani» di cui proprio Giuseppe Tarantola, l’attuale presidente della Corte d’Appello che ha firmato la missiva, fu presidente nel 1993-1994: fu lui il giudice che diede tutti i permessi del caso. Ieri invece ha scritto questa circolare e l’ha conclusa così: «Siamo certi, comunque, che da parte Vostra sarà assicurata per la giornata odierna (ridaje, ndr) l’attività ordinaria con la massima serenità e con la consueta professionalità».

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