Il governatore di Hong Kong, John Lee Ka-chiu, applaude per l'approvazione dell'Articolo 23 a Hong Kong, 19 marzo 2024 (AP Photo/ Louise Delmotte)

Gli Stati Uniti impediranno l’ingresso nel paese ad alcuni funzionari di Hong Kong per la crescente repressione del dissenso nel territorio

Venerdì gli Stati Uniti hanno fatto sapere che impediranno l’ingresso nel paese ad alcuni funzionari governativi di Hong Kong. La decisione è legata soprattutto al fatto che a Hong Kong a metà marzo è stato approvato l’Articolo 23, una nuova legge sulla sicurezza che impone pene durissime per chiunque critichi o metta in dubbio il potere dello stato, e che rafforza una legge preesistente che dal 2020 aveva già avuto l’effetto di paralizzare ogni forma di dissenso contro la Cina.

Fino a poco tempo fa Hong Kong era una città libera e democratica, dove i media non erano censurati e la libertà d’espressione era garantita. Negli ultimi anni però la situazione è molto cambiata a causa del crescente controllo e della crescente repressione del governo centrale cinese. In un comunicato citato da Reuters, il segretario di Stato statunitense Antony Blinken ha detto che, «in risposta» a questa situazione, il dipartimento di Stato statunitense ha deciso di adottare restrizioni contro i funzionari di Hong Kong «responsabili del crescente inasprimento contro i diritti e le libertà». In passato gli Stati Uniti avevano già imposto restrizioni simili per motivazioni analoghe: il comunicato non specifica né quanti né quali saranno i funzionari coinvolti.

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