Il portavoce del Pentagono Patrick Ryder il 26 ottobre (AP Photo/Kevin Wolf)

Gli Stati Uniti hanno colpito un deposito di armi in Siria usato dalle Guardie rivoluzionarie e da milizie affiliate all’Iran

Giovedì mattina gli Stati Uniti hanno lanciato un attacco aereo contro un deposito di armi nell’est della Siria usato dalle Guardie rivoluzionarie, la forza militare più potente dell’Iran, e da alcune sue milizie affiliate. È la seconda volta nelle ultime due settimane che gli Stati Uniti colpiscono obiettivi militari legati all’Iran ma basati in Siria, come ritorsione contro decine di attacchi lanciati a partire dal 17 ottobre da milizie affiliate all’Iran contro basi militari statunitensi in Siria e in Iraq. Secondo il dipartimento della Difesa gli attacchi contro le basi statunitensi sono stati almeno 41, e 46 soldati sono rimasti feriti.

Gli scontri si inseriscono nell’ambito della guerra tra Hamas e Israele, di cui l’Iran è uno storico oppositore. Gli Stati Uniti hanno circa 2.500 truppe in Iraq e 900 in Siria: l’amministrazione del presidente Joe Biden sta cercando di limitare gli attacchi contro le proprie basi, senza però rischiare di allargare il conflitto ad altre regioni del Medio Oriente.

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