Una vista della frazione di Brienz e della parete di roccia che lo sovrasta (Gian Ehrenzeller/Keystone via AP)

Il paese svizzero evacuato per il rischio di un’enorme frana

Gli abitanti di Brienz dovranno lasciare le loro case entro venerdì: due milioni di metri cubi di roccia si dovrebbero staccare nei prossimi giorni

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Brienz, anche chiamato Brinzauls in romancio, è un piccolo paese svizzero, nel canton Grigioni: i suoi circa 80 abitanti sono stati avvertiti martedì che dovranno lasciare le proprie case entro venerdì alle 18. Secondo i geologi la grande parete di roccia che incombe su Brienz è prossima alla rottura e una massa di due milioni di metri cubi di roccia si staccherà in un periodo compreso «fra i prossimi sette o ventiquattro giorni».

La zona di Brienz, nella valle di Albula, è sotto osservazione da parte di scienziati e geologi da molti anni: sono stati segnalati movimenti della montagna e del terreno circostante da almeno un secolo, ma la velocità degli stessi è aumentata negli ultimi vent’anni. Nel paese il campanile della chiesa si è parzialmente inclinato e alcune costruzioni hanno mostrato crepe dovute a uno slittamento del terreno, che però negli ultimi anni sembra essersi fermato.

Il pericolo attuale viene dalla montagna sovrastante, comunemente chiamata Insel (isola, in tedesco): è considerato così imminente da aver costretto le autorità ad anticipare l’evacuazione, inizialmente prevista per l’autunno. I geologi hanno riscontrato un sensibile aumento in velocità ed entità dei movimenti, che preludono a una rottura di parte della roccia. Non è però possibile ipotizzare con sicurezza se questi crolli saranno graduali, e i detriti si fermeranno prima del paese, o se la parete collasserà in un’unica enorme frana, che distruggerebbe completamente Brienz.

Il paese montano (1150 metri di altitudine) dal 2014 non è più un comune autonomo, ma è stato accorpato con altre frazioni nel nuovo comune di Albula. I suoi residenti sono poco più di 80, ma solo una sessantina di persone ci abita per tutto l’anno. Martedì hanno ricevuto la notizia dell’evacuazione, che dovrà avvenire in tempi stretti: le autorità hanno consigliato di portare con sé gli effetti personali il cui valore affettivo non potrebbe essere rimborsato dall’assicurazione, ma di lasciare il resto.

La riunione informativa in cui è stata annunciata l’evacuazione (Gian Ehrenzeller/Keystone via AP)

Sarà possibile tornare in paese durante il giorno, per brevi periodi, a seconda dei risultati del monitoraggio sui movimenti della montagna, ma non restarci durante la notte. I residenti saranno ospitati in paesi vicini, in alcune abitazioni normalmente utilizzate come residenze estive o da amici e parenti. Nel paese, dove da ieri sera non può entrare nessuno, resteranno solo gli animali di due fattorie, che non saranno al momento trasferiti.

La speranza delle autorità e degli abitanti è che dopo la prevista frana, soprattutto se sarà graduale, sia possibile ritornare a vivere a Brienz. Le forti piogge di questi giorni potrebbero accelerare il processo, che in questo caso non sembra legato direttamente al riscaldamento globale, secondo quanto riferito dalle autorità.

Un’altra vista del paese e della valle (Gian Ehrenzeller/Keystone via AP)

Prima dell’evacuazione erano state considerate soluzioni alternative, come esplosioni controllate o la costruzione di barriere protettive: le prime sono state considerate troppo pericolose, la seconda insufficiente. Nel 2017 una grossa frana aveva colpito il paese svizzero di Bondo, al confine con la Lombardia, causando otto morti.

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