(Ian Gavan/Getty Images)

Una canzone di Angel Haze

Grido di battaglia e tutto

Le Canzoni è la newsletter quotidiana che ricevono gli abbonati del Post, scritta e confezionata da Luca Sofri (peraltro direttore del Post): e che parla, imprevedibilmente, di canzoni. Una per ogni sera, pubblicata qui sul Post l’indomani, ci si iscrive qui.
National sono in giro per tv americane a suonare le nuove canzoni dal disco che esce a fine aprile.
C’è una terza canzone dal prossimo disco di Peter Gabriel, quieta, notturna (le note all’inizio non somigliano alla marcia funebre di Chopin ?).
Ero convinto che avessimo parlato di Róisín Murphy, se non altro perché Murphy’s law l’avevo ascoltata con una certa intensità due anni fa, e invece ho cercato in archivio e mi pare di no: lei sta per compiere cinquant’anni, è irlandese, è stata metà della band dei Moloko andati forte nella dance negli anni a cavallo del millennio. Poi ha aspettato un po’, si è messa in proprio e ha fatto cose ancora ammirate di pop-dance ed elettronica molto affondate nella discomusic. A un certo punto fece Ancora tu qui la fa acustica e a letto, e – condivido con voi la coincidenza – con lo stesso libro che ho sul comodino ). Ora è uscita una sua canzone nuova , allegra.
Ieri me l’ero perso, i quarant’anni da quando uscì The hurting, il primo disco dei Tears for fears, ma non era un anniversario a cui rinunciare: quel disco fu davvero speciale (aveva Mad world Pale shelter – che attacco stupendo -, tra le altre) e loro divennero una band molto più originale e creativa nel pop degli anni Ottanta e Novanta di quanto i loro maggiori successi (originali e creativi, tipo Shout: che arrangiamento stupendo) abbiano davvero trasmesso.

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