(Gabe Palacio/Getty Images)

Un’altra canzone di Al Green

Buona per queste serate di cene di feste di Natale quando quasi tutti sono andati via

Le Canzoni è la newsletter quotidiana che ricevono gli abbonati del Post, scritta e confezionata da Luca Sofri (peraltro direttore del Post): e che parla, imprevedibilmente, di canzoni. Una per ogni sera, pubblicata qui sul Post l’indomani, ci si iscrive qui.
Il Guardian ha un articolo sulla riscoperta delle colonne sonore dei B-movie italiani degli anni Sessanta e Settanta: riscoperte ormai da un pezzo, in realtà.
Quasi sempre riesco a ricostruire com’è che mi sveglio la mattina con una canzone in testa: è di solito un’eredità della sera prima, o un’associazione consapevole o meno con un sogno. Una volta anni fa sognai una canzone inedita, l’avevo composta io nel sogno: lo so che vi suona megalomane, ma sarebbe stata una canzone perfetta per Mina, la registrai sull’iPhone, ce l’ho lì, e dopo che sarò morto diventerà un successo enorme cantata chissà da chi quando i miei eredi la troveranno. Ma insomma, non volevo parlare di questo: stamattina invece non mi sono saputo spiegare da dove arrivasse svegliarmi con in testa L’ultimo spettacolo di Vecchioni , ma è stato un tale piacere (otto minuti, con dentro almeno quattro o cinque cose stupende) che volevo approfittarne per citarvela.
Ma tu non mi parlaviE le mie idee come ramarriRitiravano la testa dentro il muroQuando è tardiPerché è freddo, perché è scuroE mille solitudiniE buchi per nascondersi
Avviso: dopo la settimana prossima andiamo in vacanza natalizia con le Canzoni. Ovvero l’ultima dell’anno vi arriverà giovedì 22 dicembre e la prima del 2023 lunedì 9 gennaio. Così avete tempo per recuperare quelle che avete trascurato o canticchiare liberamente quello che vi pare senza mie ingerenze per qualche giorno.

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