Un ragazzo scrive «The queen is dead» su un muro nel video della canzone degli Smiths girato da Derek Jarman

“The queen is dead”, la canzone degli Smiths

È cambiato il mondo o noi?

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Oh, has the world changed, or have I changed?
Oh, has the world changed, or have I changed?

Oh, è cambiato il mondo, o sono cambiato io?
Oh, è cambiato il mondo, o sono cambiato io?

Inizia così la terza strofa di The queen is dead (letteralmente “La regina è morta”), una canzone degli Smiths uscita nel 1986 insieme all’omonimo disco, il terzo della band di Manchester che ebbe straordinari successo e culto – in gran parte rimasto – negli anni Ottanta. La canzone è di nuovo molto citata nelle ore della reale morte della regina Elisabetta II. Le parole della canzone sono sarcastiche e dissacranti nei confronti della monarchia, della regina Elisabetta II e di suo figlio Carlo, allora solo principe, e sono l’esempio più famoso dei testi antimonarchici scritti da Morrissey, il cantante della band (la musica è invece del chitarrista Johnny Marr): il quale ha poi però spiegato che il termine queen era inteso con diversi doppi sensi, anche allusivi a se stesso. All’inizio si sente una parte di Take Me Back to Dear Old Blighty, una canzone patriottica del 1916 molto popolare durante e dopo la Prima guerra mondiale (nonché oggi sigla del podcast del Post Tienimi Bordone): parla di un soldato al fronte che sente nostalgia di casa e dell’Old Blighty, un’espressione usata per riferirsi alla Gran Bretagna.
Il titolo di The queen is dead è a sua volta una citazione che Morrissey trasse dal libro Ultima fermata a Brooklyn dello scrittore americano Hubert Selby jr..

– Leggi anche: Una canzone degli Smiths

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