Mercoledì Gazprom, l’azienda energetica statale russa, ha interrotto le forniture di gas naturale tramite il gasdotto Nord Stream 1, il principale collegamento per trasportare gas naturale dalla Russia alla Germania, e quindi all’Europa. L’azienda ha motivato la decisione dicendo che il gasdotto necessita di manutenzione e che la fornitura sarà interrotta fino al 3 settembre per poi riprendere – se non dovessero esserci complicazioni – con un flusso di gas pari al 20 per cento della capacità totale del gasdotto, come avviene da luglio. Già a giugno infatti le forniture di gas dalla Russia erano state ridotte al 40 per cento, poi bloccate per 10 giorni a causa di una manutenzione programmata, ripristinate solo al 40 per cento e infine ridotte al 20: in quell’occasione le autorità europee avevano temuto un taglio definitivo.
Da mesi il governo russo sostiene che i tagli alle sue forniture di gas siano dovuti alle sanzioni, che impediscono alla Russia di accedere ad apparecchiature e interventi di manutenzione, ma molti analisti e governi sono convinti che la Russia usi questa scusa per interrompere o ridurre le forniture come ritorsione per le sanzioni decise dopo l’invasione dell’Ucraina. Da mesi molti paesi europei sono al lavoro per riempire i depositi di gas nazionali in vista della stagione fredda, mentre il prezzo del gas continua ad aumentare.
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