Lo staff del nuovo “Ufficio di rappresentanza di Taiwan” in Lituania, nel giorno della sua apertura (Taiwan Ministry of Foreign Affairs via AP)

Taiwan ha aperto un’ambasciata informale in Lituania

E ha usato proprio il nome "Taiwan", al posto del solito "Taipei", facendo arrabbiare molto il governo cinese

Giovedì il ministro degli Esteri di Taiwan, l’isola indipendente che la Cina rivendica come propria, ha annunciato l’apertura di un “Ufficio di rappresentanza di Taiwan” (un’ambasciata informale) in Lituania: erano 18 anni che Taiwan non apriva missioni diplomatiche all’interno del territorio dell’Unione Europea usando esplicitamente il nome “Taiwan”. La Cina, come era ampiamente prevedibile, ha reagito usando toni molto duri: ha definito il gesto un atto «oltraggioso» e ha minacciato ritorsioni politiche contro la Lituania.

L’apertura dell’ufficio diplomatico, che il ministro degli Esteri di Taiwan aveva annunciato quest’estate, è da mesi al centro di uno dei più notevoli casi diplomatici tra Europa e Cina.

La Cina si è molto arrabbiata perché di norma la maggior parte dei paesi del mondo concede l’apertura sul proprio territorio di un “Ufficio di rappresentanza di Taipei”: un espediente per evitare di fare riferimento diretto a Taiwan, su cui la Cina rivendica la propria sovranità. La Lituania, invece, ha accettato di aprire una missione diplomatica di Taiwan, trattando l’isola come uno stato indipendente, anche se non è riconosciuta diplomaticamente dalla maggior parte dei paesi del mondo.

La decisione lituana è stata presa nonostante le enormi pressioni della Cina degli ultimi mesi, ma non è la prima volta che la Lituania, un paese territorialmente ed economicamente minuscolo rispetto alla Cina, prende decisioni che fanno arrabbiare il governo cinese.

Negli ultimi anni le provocazioni sono state diverse. Riferendosi allo scontro tra i due paesi, il New York Times aveva definito la Lituania il «pesciolino baltico» che aveva fatto arrabbiare la superpotenza mondiale cinese, mentre il Global Times, tabloid di proprietà del Partito comunista cinese che esprime posizioni nazionaliste, la aveva definita «l’avanguardia anti-Cina dell’Europa».

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