(Ming Yeung/Getty Images)

Una canzone dei Liv

E un’idea se proprio volessimo rifare un capolavoro

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Sapevo che mi avreste dato soddisfazioni e anche che mi avreste messo in imbarazzo, perché dimenticarmi ieri di Castagneto Carducci e Sasso Marconi è stata proprio una pigrizia imperdonabile. Ma ringrazio tutti quanti anche per le più esotiche segnalazioni di paesi e città a cui è stato appiccicato il cognome di residenti illustri, da aggiungere a Torre del Lago Puccini e Quercianella Sonnino citate ieri.
Sagliano Micca
Corteno Golgi
Morra De Sanctis
Livorno Ferraris
Grazzano Badoglio
Roncole Verdi
Grizzana Morandi
Bosisio Parini
Sotto il monte Giovanni XXIII

Wings of love
Liv

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Non so se avete presente quella straordinaria sequenza quasi iniziale di Hair, quella con Aquarius. Ora se mi metto qui a parlare di Aquarius e di Hair non ne usciamo più: approfitto solo per celebrare Renn Woods, tanto ignota quanto è inconfondibile e memorabile il suo attacco “When the mooooon…”.

Ok, ma siamo qui per parlare d’altro: è solo che Wings of love è la cosa che sceglierei per prima se mi dessero da rifare un remake contemporaneo di Hair per quella stessa scena, in alternativa ad Aquarius. Sia per l’introduzione simile, sia per l’atmosfera fricchettona summer-of-love che questo passeggero quintetto svedunitense mise insieme in una canzone del 2016. Dovremmo tutti tornare a San Francisco, prima o poi, o almeno in Central Park.

I wanna live, wanna die on a silver lining
I wanna ride the wings of love
When I die, don’t you cry, I’ll be flying by you
I’ll be riding wings of love

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