Tienimi Bordone, la raccolta della settimana

Qualche puntata per quelli che hanno già nostalgia delle elezioni americane, le questioni attorno a una nuova statua e quelle che riguardano la "world" music

Tienimi Bordone è il podcast quotidiano di Matteo Bordone sul Post. Il titolo si capisce?
Metti che non si capisce: è un gioco di parole sul fatto che lui si chiama Bordone, ed è buffo, come quando si dice “tienimi bordone”, che vuol dire “spalleggiami, assecondami” e viene dalla musica, e però se uno pensa a Bordone e alla sua inclinazione a imparare e condividere e discutere un sacco di cose, fa ridere, perché sembra che dici “tienimi Bordone”. Tienimi Bordone.
Capito? Eh?
Era meglio “Tienimi Matteo”?

Questa è la raccolta delle puntate della settimana iniziata lunedì 9 novembre.

Lunedì 9 novembre – Ecco perché mi fai schifo, Donald
Due o tre sassolini che Matteo Bordone voleva togliersi dalla scarpa

Martedì 10 novembre – Quelli che hanno votato Biden per via dei gamberetti
Nel sud est degli Stati Uniti c’è una striscia di terra fertile lunga quasi 500 km dove quello che accadde durante il Cretaceo è curiosamente attuale, quando si parla di elezioni

Mercoledì 11 novembre – I Grammy dicono che la “world music” è razzista
E hanno trovato un nuovo modo per chiamarla: che poi è praticamente uguale al vecchio

Giovedì 12 novembre – E le statue dei corpi nudi?
Parliamo della statua dedicata alla femminista settecentesca Mary Wollstonecraft e della, ancora, problematica rappresentazione della nudità

Venerdì 13 novembre – Che fine hanno fatto quelli di Q-anon?
Un riepilogo di cos’è la teoria del complotto più diffusa nella politica americana, com’è nata, e (forse) la fine che sta facendo

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