(Carlos Alvarez/Getty Images)

Le foto della riapertura del museo del Prado, a Madrid

Diverso dal solito: con meno visitatori, moltissime mascherine e una nuova organizzazione delle sale e delle opere

Oggi hanno riaperto alcuni dei più importanti musei della Spagna, a partire dal Prado di Madrid, che ospita una delle più preziose raccolte di opere d’arte d’Europa, tra cui quadri di Diego Velázquez, Francisco Goya, Hieronymus Bosch, El Greco, Peter Paul Rubens e Tiziano. Il museo era stato chiuso l’11 marzo a causa delle restrizioni per contenere il coronavirus: era la prima volta che accadeva dai tempi della guerra civile spagnola, più di 80 anni prima.

La riapertura ha richiesto un totale ripensamento del modo di visitare il museo e delle opere che sono esposte. Per entrare, per esempio, bisogna acquistare i biglietti in anticipo scegliendo una determinata fascia oraria, farsi misurare la temperatura all’ingresso (dev’essere inferiore a 37,5 ºC), indossare la mascherina per tutto il tempo della visita e rispettare il distanziamento fisico. Per garantirlo, la quantità di visitatori ammessa ogni giorno nel museo è stata ridotta da 8-9000 a 1.800.

Anche il numero delle opere esposte è stato diminuito, passando dalle consuete 1.400 a 250: un quinto. È stata quindi ripensata l’organizzazione delle sale e alcuni dipinti appartenenti a epoche lontane sono stati avvicinati tra loro, a volte seguendo un criterio tematico: il Crono di Rubens è stato affiancato a quello di Goya, mentre Las Meninas, il capolavoro di Velázquez, è stato circondato da altre due sue opere, Il Trionfo di Bacco e Le filatrici. In totale sono state spostate di sala circa 190 opere.

Il direttore del museo, Miguel Falomir, il ministro spagnolo della cultura, José Manuel Rodriguez, il presidente del museo, Javier Solana, e il segretario del ministro della cultura, Javier Garcia
(Carlos Alvarez/Getty Images)

Le nuove disposizioni resteranno in vigore almeno fino a settembre: i visitatori potranno girovagare senza i consueti ammassamenti, ma il Prado ne risentirà molto economicamente. Il museo infatti deve il 70 per cento delle sue entrate ai biglietti venduti al pubblico e copre il resto con sussidi. La perdita economica è stata finora di 7 milioni di euro su un budget annuale di 49 milioni, ed è destinata a durare, anche perché fino a settembre il biglietto costerà la metà.

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