Una manifestazione femminista a Parigi, 24 novembre 2018 (AP Photo/Michel Euler)

Il governo francese ha avviato tre mesi di lavoro collettivo per trovare proposte concrete contro la violenza sulle donne

La segretaria di Stato francese per la Parità, Marlène Schiappa, ha avviato oggi una serie di incontri dedicati alla violenza contro le donne: da oggi fino al 25 novembre (giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne) diversi ministri (Giustizia, Interni, Salute e Istruzione, tra gli altri) incontreranno a Parigi associazioni, parenti delle vittime, prefetti, magistrati e avvocati per fare delle proposte concrete di intervento contro la violenza di genere. Parallelamente si terranno 91 incontri in tutta la Francia: questi tavoli di lavoro diffuso sono stati chiamati “Grenelle des violences conjugales”, con riferimento agli accordi di Grenelle negoziati durante il maggio del 1968.

In un rapporto pubblicato a novembre e intitolato “Dov’è il denaro contro la violenza contro le donne?”, l’Alto Consiglio per l’uguaglianza tra le donne e gli uomini (HCE), un’istituzione indipendente francese, ha detto che lo Stato oggi destina «budget limitato e insufficiente […] alla luce delle esigenze individuate». Secondo i calcoli di questa organizzazione, la Francia sta attualmente spendendo 79 milioni di euro all’anno per l’assistenza alle vittime di violenza domestica, mentre un’assistenza «di qualità» richiederebbe da 506 milioni a 1,1 miliardi di euro. «Non possiamo parlare di un vero nuovo inizio senza aggiungere un centesimo», ha detto Anne-Cécile Mailfert, presidente della Fondation des femmes. Mailfert chiede, tra le altre cose, l’inclusione del termine “femminicidio” nel codice penale e l’istituzione di tribunali specializzati, sia a livello civile che penale, oltre a interventi di tipo educativo.

Ogni anno in Francia la violenza domestica riguarda circa 220 mila donne: nel 2018 sono morte 121 donne a seguito delle aggressioni subite in famiglia. L’incontro è stato criticato da alcune associazioni femministe perché l’impostazione data è che «ci troviamo in uno stato di emergenza». La violenza contro le donne, sostengono, è invece costante e radicata e quel che è necessario è un vero cambio di paradigma. Le associazioni sperano comunque che verranno messi a disposizione fondi consistenti per i futuri interventi contro la violenza.

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