Da qualche giorno in Australia si discute del diritto di autore della bandiera degli aborigeni, cioè le comunità che discendono dalle popolazioni autoctone australiane. La discussione è cominciata quando la società di abbigliamento WAM Clothing ha inviato ad altre aziende e gruppi delle diffide legate all’uso della bandiera aborigena, ritenendo che lo stessero facendo in violazione delle leggi sul diritto d’autore. È stata diffidata anche la federazione del football australiano (l’AFL), che secondo WAM Clothing usava illecitamente la bandiera sulle magliette di una delle sue squadre: ed è una cosa strana, considerato che normalmente le bandiere nazionali o regionali del mondo vengono considerate di pubblico dominio, a disposizione di tutti. Per la bandiera degli aborigeni, però, le cose non stanno così: il motivo è legato alla sua storia, iniziata meno di cinquant’anni fa.
La bandiera degli aborigeni fu creata nei primi anni settanta dall’artista di origini aborigene Harold Thomas e non ha nessun altro legame con la storia delle popolazioni che rappresenta. Thomas la creò per rivendicare l’esistenza e l’autonomia delle popolazioni aborigene australiane, che subirono enormi violenze e abusi da parte dei nuovi arrivati dall’Europa e la cui convivenza con gli altri australiani è tuttora piuttosto complicata. La bandiera è formata da un rettangolo rosso sopra a un rettangolo nero, con al centro un cerchio giallo: il colore nero, spiegò Thomas, rappresenta gli aborigeni, il rosso ocra rappresenta la terra e il cerchio giallo il sole.
A quel punto, però, arrivarono anche i problemi. La bandiera aborigena era diventata famosa e diverse persone cercarono di ottenerne i diritti di utilizzo, dicendo di averla creata loro. La questione si risolse nel 1997, quando un tribunale australiano riconobbe Harold Thomas come autore della bandiera e gli attribuì i diritti d’autore sul suo utilizzo in base alla normale legge sul diritto d’autore australiana. Solo Thomas quindi può decidere chi può usare la bandiera, che entrerà nel pubblico dominio solo 70 anni dopo la morte del suo autore.
Al momento ad avere la licenza di uso esclusivo della bandiera sono WAM Clothing, che dall’ottobre 2018 può usarla sui vestiti, e una società che produce e vende bandiere. La settimana scorsa WAM Clothing ha cominciato quindi a inviare diffide a tutti gli altri produttori di vestiti che usavano la bandiera, tra cui, oltre alla Federazione del football australiano, anche Clothing the Gap, una società che produce e vende vestiti e che investe i ricavati in diversi progetti legati al miglioramento delle condizioni degli aborigeni in Australia. L’invio delle diffide ha quindi provocato diverse proteste, specialmente considerando il fatto che normalmente le bandiere vengono considerate un simbolo di tutti, e non una proprietà esclusiva di qualcuno.
In questi giorni in Australia si stanno discutendo possibili soluzioni per permettere che la bandiera possa essere ancora usata da chi lo desideri. Una possibilità di cui si parla sui giornali è che il governo australiano compri da Thomas i diritti di utilizzo della bandiera, per poi metterla nel pubblico dominio: ma qualcuno non vede di buon occhio che il governo australiano si appropri del simbolo di una comunità con cui in passato ha avuto diversi problemi. L’altra, naturalmente, è che chi voglia usare la bandiera paghi a sua volta i diritti a WAM Clothing, che ha detto di essere disposta a parlare con chiunque abbia proposte del genere.
Continua sul Post