L’Ufficio parlamentare di bilancio (UPB) ha dato parere negativo sulla Nota di aggiornamento del Documento di Economia e Finanza, cioè il documento con cui il governo annuncia quanto e come intende spendere in futuro, che si realizzerà innanzitutto con la legge di bilancio. Secondo l’UPB le previsioni di crescita del governo sono eccessivamente ottimistiche, rispetto alle effettive condizioni economiche e finanziarie dell’Italia.
Il rischio concreto è che il prodotto interno lordo (PIL) cresca meno di quanto previsto dal governo, compromettendo buona parte dei conti e delle promesse contenute nel Documento di Economia e Finanza. L’UPB, che ha anche criticato il mancato rispetto delle regole europee del Patto di stabilità e crescita, è un organo indipendente che esiste dal 2014 e ha una funzione di vigilanza sulla finanza pubblica: è composto da tre membri scelti dai presidenti di Camera e Senato, tra dieci candidati votati dalle commissioni Bilancio delle due camere.
La mancata “validazione” dovrebbe portare il governo a tornare in Parlamento per il cosiddetto meccanismo del “comply or explain”. Il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, potrebbe o adeguarsi alle indicazioni dell’UPB rivedendo al ribasso le stime della crescita, oppure spiegare in commissione perché ritenga che i numeri già presentati possano andare bene così come sono. Una nuova stima al ribasso comporterebbe una revisione e una riscrittura di buona parte della manovra. Nell’autunno del 2016 accadde qualcosa di analogo quando l’UPB bocciò le previsioni di crescita del governo Renzi: all’epoca il governo cambiò le stime, potendo contare su un maggiore disavanzo e senza violare le regole europee.
Continua sul Post